Freitas a FN: "Commisso ha capito che senza infrastrutture la Fiorentina non può crescere. Ribery? C'è differenza tra spendere e investire. Toledo e Gil Dias errori, ma posso rispondere anche con Veretout, Dragowski e Lafont"
Un anno fa Carlos Freitas ha lasciato Firenze e l'Italia per tornare in Portogallo, dove ha firmato con il Vitória Sport Clube ("Una delle società più prestigiose qui da noi, così come lo è la Fiorentina in Italia"). E sempre un anno fa i Della Valle hanno venduto il club gigliato passando la mano a Rocco Commisso.
17 anni. Tanto è durata la stagione dei Della Valle a Firenze. Ma zero sono i trofei vinti al termine di questo lungo periodo. Come si può spiegare un fatto del genere? Perché è mancato sempre l'ultimo salto di qualità? Che tipo di errori sono stati commessi?
"I Della Valle hanno fatto dei grossi investimenti e sono arrivati più volte vicini a vincere. Il fatto di essere arrivati in Champions League, due volte in semifinale di Europa League, una volta in finale di Coppa Italia, dimostra che sono state costruite diverse squadre competitive. Una piazza come Firenze è naturale che sia ambiziosa, per storia, blasone, e anche nei tre anni in cui ci sono stato io, posso dire che anche quelle squadre erano all'altezza della situazione. Oggi fanno fatica tanti ad essere competitivi. Anche il proprietario più ricco del mondo non può comprare quello che vuole perché ci sono delle regole che lo impediscono. Penso anche a Commisso. Che non a caso parla di stadio, di fattore infrastrutturale per far aumentare introiti, fatturato e possibilità di spesa. Se poi perdi il treno giusto per tre anni di fila la differenza sarà sempre più grande con gli altri e ci vorrà tempo per recuperare il gap. Bisogna lavorare benissimo sulla base, che è il settore giovanile, per poi sviluppare tutto il resto".
E dei suoi tre anni alla Fiorentina che bilancio ha tratto?
"Ho avuto la possibilità di lavorare in una realtà che mi ha sempre affascinato fin da giovanissimo. Vedevo la Serie A e i grandi campioni che c'erano, tutti volevano andare in Italia. Sono stato in un paese che è sempre stato il paese più bello dopo il mio ovviamente (ride ndr). Considero l'Italia e gli italiani come noi portoghesi. Non ho niente da rimproverare della mia esperienza e mi manca l'Italia".
Niente da rimproverarsi? Eppure qualche errore l'avrà pure commesso?
"Certo, di Toledo non posso dire che non è stato un acquisto sbagliato oppure Gil Dias. Però posso anche dire che sono stati errori relativi. Gil Dias non è costato nulla alle casse societarie. Toledo qualcosa per il prestito. Ma parallelamente ci sono stati anche Veretout comprato a 7 per sostituire Vecino e venduto a 20. Oppure Dragowski che è diventato titolare e un elemento importante. Lafont che si sta affermando. Il risultato dei singoli alla fine è anche il risultato del collettivo: qualche punto in più, che era possibile raggiungere, avrebbe cambiato la visione che si ha di molti giocatori".
Iachini è stato confermato sulla panchina della Fiorentina. Una scelta che è stata solo ed esclusivamente di Commisso. Come reagisce un direttore sportivo quando è 'scavalcato' dal proprietario? Le è mai capitato qualcosa di simile?
"Sinceramente no, non mi è mai capitato una cosa del genere, non ho mai avuto una presa di posizione che fosse nettamente contraria alla scelta tecnica. Sulla riconferma posso dire che Iachini ha fatto un lavoro più che decente, ha raggiunto il traguardo che gli era stato chiesto di raggiungere con una certa facilità. E quindi, da questo punto di vista una conferma meritata".
Da Della Valle a Commisso, com'è cambiata la vita della Fiorentina? Che idea si è fatto della nuova proprietà?
"Ha riportato entusiasmo, accettazione, buon ambiente, questo si è visto ed è innegabile. Sono aspetti fondamentali e su questa base dovrà portare avanti il suo progetto sportivo. L'importanza della realizzazione delle strutture sarà primaria".
Però Commisso è anche stato in grado di portare un giocatore con Ribery che nell'ultimo periodo coi Della Valle era impensabile che arrivasse.
"Chi mette i soldi può fare quello che vuole. C'è una grossa differenza però tra spendere e investire. Se acquisto un 23enne ho la speranza di farlo crescere e poi di far fruttare quella cifra che ho speso. Se invece ne compro uno di 29 anni farò fatica a riprendere quei soldi, sarà solo un investimento sportivo per l'immediato e non finanziario".
Quindi è chiaro cosa pensa di Ribery...
"Credo proprio di sì".
Che prospettive vede per la Fiorentina?
"Alla Fiorentina auguro tutto il meglio, per i tifosi che ha. Il club merita solo gioie, per storia per amore, per la città. Mi auguro di vedere una crescita con una forma strutturata, una Fiorentina forte manca al calcio italiano e al calcio europeo. Tutti erano abituati a vedere il nome dei viola durante i sorteggi per le coppe. C'è un buco sportivo da colmare e mi auguro che la nuova proprietà ce la faccia a chiuderlo".