Siamo alle solite, i migliori per un motivo o per un altro se ne vanno. La fine di un legame che difficilmente si trovano ai tempi d'oggi. E ora tocca ai dirigenti rispondere col mercato
Torreira se ne va. E l’opinione pubblica, dopo la lettera di addio alla Fiorentina, si divide. "Ce l’ha con Italiano, hanno litigato a fine stagione". "Ce l’ha con la proprietà, che ha deciso di non riscattarlo". Magari sono vere entrambe le cose, magari una è più importante dell’altra. Anche perché, sinceramente, di litigi sono pieni gli spogliatoi. Ma se così fosse, non si spiegherebbe il tentativo viola di trattare fino a poche ore fa con l’Arsenal e con il calciatore. Sarebbe bastato a fine anno salutarsi, senza tirarla troppo per le lunghe. Toccherà ad Italiano rispondere nel merito appena tornerà a parlare e raccontare la verità. Anche se in una delle ultime conferenze stampa parlò di un Torreira fondamentale per il progetto viola.
Intanto constatiamo che dopo Chiesa e dopo Vlahovic, se ne va il terzo calciatore più forte che abbiamo visto in questi ultimi anni di gestione Commisso. Assieme probabilmente ad Odriozola e forse anche a Milenkovic. Questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere. Toccherà si dirigenti far arrivare giocatori più forti, o almeno forti come quelli che se ne sono andati. Dispiace però perdere gente come Torreira. Per come giocava, per l’intensità che ci metteva, per il legame che si era creato con la piazza e con il pubblico. Di quelli che difficilmente si ritrovano ai tempi di oggi. Siamo sempre alle solite, i migliori per un motivo o per un altro se ne vanno. E questo è incontestabile.
Intanto constatiamo che dopo Chiesa e dopo Vlahovic, se ne va il terzo calciatore più forte che abbiamo visto in questi ultimi anni di gestione Commisso. Assieme probabilmente ad Odriozola e forse anche a Milenkovic. Questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere. Toccherà si dirigenti far arrivare giocatori più forti, o almeno forti come quelli che se ne sono andati. Dispiace però perdere gente come Torreira. Per come giocava, per l’intensità che ci metteva, per il legame che si era creato con la piazza e con il pubblico. Di quelli che difficilmente si ritrovano ai tempi di oggi. Siamo sempre alle solite, i migliori per un motivo o per un altro se ne vanno. E questo è incontestabile.
💬 Commenti