Quella 'piccola' differenza tra Attila e Commisso: la Fiorentina non la prende benissimo ma il patron si turi il naso
Ormai si sono espressi praticamente tutti sulla vicenda "Franchi", tra chi idolatra Rocco Commisso e chi invece lo mette nel mirino, oltre ad una vastissima quantità di versioni intermedie. Mancava forse solo il F.A.I., il Fondo Ambiente Italiano che da metà degli anni '70 salvaguarda il patrimonio artistico nostrano (spesso anche a tutela di beni che rischiano una triste deriva, come il Castello di Sammezzano a Leccio), che per voce del suo vice presidente Marco Magnifico è entrato a gamba tesa sulle intenzioni del patron viola, paragonato addirittura ad Attila, il re degli Unni, che distruggeva e devastava qualunque cosa incontrasse sulla sua strada. Ecco, diciamo subito che di magnifico questo intervento ha giusto il cognome di chi ha preso la parola, perché c'è giusta una piccola differenza tra il suddetto Attila e Rocco Commisso: il presidente della Fiorentina vuole anche ricostruire e vuole farlo in grande, per dare lustro alla città, alla sua squadra e indirettamente, anche per evitare che un bene come il "Franchi" poi necessiti di interventi appositi che ne garantiscano una faticosa sopravvivenza.
Una considerazione che è sorta anche in casa Fiorentina, secondo quanto raccolto dalla nostra redazione: i pareri sono tanti e contrastanti quindi, ma il presidente americano andrà avanti per la sua strada per capire fin dove i suoi progetti saranno realizzabili. Il consiglio è quello di turarsi il naso e fare buon viso a cattivo gioco, a dispetto di opinioni magari "disinformate" e che poco hanno a che fare con il contesto e la realtà in cui agisce il club viola.