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Continua la rubrica di Fiorentinanews.com dedicata all’analisi della fase difensiva della Fiorentina, con un’attenzione particolare agli eventuali gol subiti dalla squadra di Cesare Prandelli.

Contro la Sampdoria sono state proprio le incertezze della retroguardia viola a determinare la sconfitta, a partire da quella di Dragowski. Sul vantaggio blucerchiato la sua colpa è quella di chiamare il pallone, inducendo Vlahovic ad abbassarsi. Una responsabilità comunque da dividere in parti uguali, dato che non è ammissibile che un giocatore faccia passare un pallone in piena area, anche se il portiere l'ha chiamata. Quanto alla rete di Quagliarella, la deviazione di Pezzella ha sicuramente ingannato Dragowski che tuttavia non è apparso reattivo come ci ha dimostrato in passato.

Capitolo centrali, e partiamo proprio dal capitano: più sfortunato che altro sul 2-1, in generale si vede poco. Certamente la Sampdoria non effettua chissà quali assedi, ma allo stesso tempo l'argentino manca di quella componente caratteriale che dovrebbe giustificare la fascia al braccio. Torna dalla squalifica Milenkovic, e pur senza interventi impossibili trasmette la solita sicurezza; se i pericoli non arrivano quasi mai dalle sue parti, un motivo ci sarà. Peccato per l'occasione nel finale, che poteva regalarci un dejavù della gara col Genoa e invece sfuma insieme alle speranze della Fiorentina. Chiudiamo il trittico con Martinez Quarta, che paga l'aver regalato con una svirgolata davvero brutta il calcio d'angolo del vantaggio avversario. Al netto di ciò si vede in lui l'autorità del leader, per esempio quando si prende la responsabilità di lanciare in profondità gli attaccanti o di avanzare palla al piede. Strepitoso, ma purtroppo inutile, l'intervento con cui sventa il contropiede blucerchiato nel finale.

Veniamo infine a uno dei principali problemi della Fiorentina: le fasce. A destra Venuti prova a mettere qualche cross, ma sono gli unici lumicini della solita prestazione mediocre. Dall'altra Biraghi, il cui apporto in fatto di gol è ormai un lontano ricordo, continua a essere determinante per gli avversari. Il modo in cui fronteggia Candreva, lasciandogli tutto lo spazio di avanzare, guardare in mezzo e servire Quagliarella, rappresenta l'ennesima leggerezza del suo campionato e costa carissimo alla Fiorentina.


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