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La conferma di Beppe Iachini sulla panchina della Fiorentina ha sorpreso un po' tutti, inutile negarlo, e ha finito per deludere quanti si aspettavano il grande salto, il punto di svolta dopo una stagione travagliata oltre le aspettative e chiusa con una salvezza strappata con qualche piccolo affanno e qualche partita un po' più godibile delle altre. Vuoi la missione compiuta, vuoi l'animo da lottatore nel quale Commisso si riconosce molto, vuoi anche l'assoluta unicità della stagione che si aprirà tra pochissimo e i tempi ristretti, fatto sta che da New York è arrivato l'ordine della conferma per Iachini. Con buona pace di Juric e di chi, in società, ci si era già messo d'accordo.

In attesa di capire la bontà o meno della scelta, una cosa si può dire: la Fiorentina ha deciso di temporeggiare e non di crescere impetuosamente sulle note del "fast, fast, fast". Qualche rifiuto di troppo da parte dei big della panchina? Un debito di riconoscenza nei confronti del buon Beppe? Oppure, più malignamente, qualche malumore per le questioni legate alle infrastrutture (allo stadio più che altro perché sul centro sportivo è tornato il sereno...)? Tutte motivazioni plausibili. Prendendo in esame quest'ultima però, viene spontaneo chiedersi se non si sia giunti già al classico bivio (citato anche dai Della Valle una decina d'anni fa), della serie: se non ci fanno costruire lo stadio, lasciamo la Fiorentina a metà dell'opera (non uso volutamente quel verbo che inizia per "vivac" e finisce con "chiare").

Commisso si è espresso in tal senso ma sarebbe bene sempre ricordare che sì, il calcio del nuovo millennio è legato strettamente alle strutture di proprietà, ai fatturati, al marketing e quant'altro ma non disporne non è automaticamente sinonimo di grigiore, rinunce, impossibilità di ottenere risultati e mediocrità e gli esempi di Napoli, Atalanta, ma anche la stessa Lazio, sono lì a dimostrarlo. Siamo già a quel maledetto bivio dunque, dopo appena un anno di presidenza? Per adesso non c'è una risposta anche se la scelta di Iachini non dà propriamente l'idea di aver imboccato la strada auspicata e sognata dai tifosi viola. Ma c'è sempre un mercato davanti, che potrebbe cambiare decisamente le sembianze del futuro che si materializzerà per la Fiorentina.


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