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In principio fu Cesare Prandelli, beccato 'con le mani nella marmellata' dalla Fiorentina mentre trattava il passaggio sulla panchina della Juventus: una storia particolare, la cui totale verità non è ancora mai uscita fuori e probabilmente mai succederà. In seguito toccò a Montella, accusato di pensare troppo in grande per i parametri della società gigliata: fu mandato in fumo un triennio divertente, fatto di successi e bel calcio. Stesso discorso per Paulo Sousa, le cui omelette sono ormai entrate nel gergo calcistico ma che a suo tempo fecero arrabbiare i vertici della Fiorentina. Stefano Pioli sembrava poter essere il tecnico ideale per i Della Valle, ma dopo una stagione e mezzo sono cominciate le prime scintille tra le parti e difficilmente il suo futuro sarà a Firenze. E come in passato, la Fiorentina intesa come società sta provando, e sicuramente lo farà anche in futuro, a mettere in cattiva luce Pioli. Una gestione, quella dei vertici gigliati, inspiegabile e utile soltanto per spostare il mirino della critica dai dirigenti all'allenatore e ai giocatori. The same old story: dopo Prandelli, Montella e Paulo Sousa è il turno di Pioli.


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