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Mario Gomez e Giuseppe Rossi. Intorno a loro due la Fiorentina aveva costruito nell'estate del 2013 una squadra che potesse addirittura lottare per lo scudetto. In realtà questo non è stato possibile, anche perché i due hanno giocato assieme solo quattro gare. 

Il centravanti tedesco, nel giorno della sua presentazione era riuscito a portare al Franchi oltre 30 mila spettatori: “Non scorderò mai quel giorno e ho la pelle d’oca a ripensarci - spiega a Ultimo Uomo - Scudetto? Anche noi ci credevamo. A dire la verità è il motivo per cui mi sono trasferito alla Fiorentina. L’ho detto molte volte: avevo un’offerta da una grande squadra in Spagna ma ho deciso di andare alla Fiorentina perché la famiglia Della Valle e Pradé, il direttore sportivo, mi hanno esposto il loro progetto su come arrivare davanti alla Juventus. Avevano un nuovo stadio in cantiere, una lista di nuovi acquisti… eravamo pronti ad andare all’attacco". 

A proposito del suo infortunio: “Nessuno riusciva a capire cosa avessi. Ci ho messo sei mesi a recuperare per un problema per cui di solito ci vogliono sei settimane. È stato pazzesco: ho visitato una cosa come dieci dottori diversi e nessuno riusciva ad individuare il problema. Alla fine sono stati i dottori di Francesco Totti, a Roma, a scoprire cosa avessi. A quel punto ho iniziato la riabilitazione da zero”. 

Infine: “Mi fa ancora male pensare di non essere riuscito a dare alla Fiorentina ciò che avrei voluto, è l’unico club in cui non sono riuscito a mostrare il mio vero potenziale. Sono riuscito a recuperare solo quando mi ero già trasferito in un altro club, perché a quel punto non avevo più la pressione di tornare e ho potuto ricominciare da capo. Nella Fiorentina non ho avuto il tempo per farlo”. 


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