Il cantiere come immagine simbolo della Fiorentina, in qualunque modo la si guardi
Che si parli di squadra, che si parli di stadio, il cantiere è l'immagine simbolo della Fiorentina in questo preciso momento storico.
La squadra
Cominciamo dalla formazione di Palladino. Lunedì 8 luglio è suonata la campanella, il giorno del raduno è scattato per tutti quelli sarebbero dovuti arrivare al Viola Park tanto voluto dal presidente Commisso. Segno che una nuova stagione ha preso il via e fino ad adesso c'è una sola faccia nuova (oltre a quella del tecnico) che si aggira da quelle parti: Kean.
Il resto sono tutte vecchie conoscenze o più o meno giovani di ritorno dalle rispettive esperienze (più qualche Primavera che fa sempre contorno e colore).
Grande lavoro da fare
C'è molto da fare sulla squadra, da sistemare il reparto dei centrali difensivi, praticamente tutto il centrocampo e anche l'attacco ha bisogno di rinforzi. In sostanza un lavoro grande del quale dovranno occuparsi Pradè e Goretti e possibilmente anche prima che il campionato parta ufficialmente (metà agosto), non aspettando l'ultimo giorno utile.
Lo stadio
Poi c'è lo stadio. Qui dal cantiere metaforico si passa a quello ‘fisico’, a quello vero e proprio. La Fiesole è già stata ritoccata con una prima dose di demolizioni. Tutti quegli elementi che non facevano parte del progetto originale del Nervi, quelli aggiunti per Italia 90 hanno fatto una brutta fine, nel senso che sono stati abbattuti.
Un muro tra Fiorentina e Comune
Quel che non è stato ancora abbattuto è quel muro che ancora c'è tra la Fiorentina e il Comune di Firenze, che si è inspessito durante l'ultima campagna elettorale e che ha portato il club viola a richiedere la sospensione dei lavori almeno fino a quando non ci sarà totale copertura finanziaria e una data certa di consegna.
Si riparte così dunque, non resta che fare come gli anziani in tutte le città: mettersi alla rete con le mani conserte e vedere come evolvono i ‘lavori’. Salvo poi inevitabilmente dire: “Io avrei fatto diversamente”.