Ziliani: "Sia Consob che Deloitte hanno affermato che i bilanci della Juventus sono truccati, ma la FIGC non muove un dito. I bianconeri praticamente si sono auto-assolti"
In un lungo tweet, il giornalista de Il Fatto Quotidiano Paolo Ziliani ha analizzato la questione che riguarda i bilanci della Juventus con le contestazioni mosse prima da Consob e poi da Deloitte. Tutto questo poche ore dopo l'articolo, che dire fazioso e fare un complimento, di Tuttosport sulle operazioni di mercato tra Fiorentina e Juventus. Questo il contenuto del tweet:
"Egregio presidente della FJGC Gravina (…) la domanda che che le pongo e alla quale vorrei proprio che lei rispondesse, anche per smentire l’illazione testè citata, è questa: perchè la Procura Federale dell’Ente che lei presiede non ha ancora aperto un’inchiesta sui bilanci della Juventus - i nuovi, non quelli truccatissimi che la FJGC ha condonato il 30 maggio scorso con il patteggiamento di 718 mila euro - dopo che nei giorni scorsi prima la Consob, e cioè l’organismo di controllo delle società quotate in borsa, e poi Deloitte, una delle più importanti società di revisione di conti che la stessa Juventus paga per controllare la regolarità dei suoi bilanci, hanno ufficialmente reso noto che i bilanci della società bianconera, nonostante il cambio di management effettuato tra fine 2022 e inizio 2023, non sono regolari? Non sono corretti i conteggi che si riferiscono al bilancio consolidato al 30 giugno 2022 e non lo sono nemmeno quelli che attengono al bilancio consolidato semestrale al 31 dicembre 2022. Per questo, come da comunicato ufficiale, la Consob “ha dato formalmente avvio al procedimento volto all’adozione delle misure di cui all’art. 154-ter, comma 7, TUF (il “Procedimento 154-ter 2023”)”, ha aperto cioè un vero e proprio procedimento contro la Juventus.
(…) Ora, considerando che la Juventus si è difesa, nel comunicato di risposta, dicendo che “rimane convinta di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie” e che “i rilievi di Consob si basano su interpretazioni di elementi soggettivi e applicazioni di regole contabili, giudizi e valutazioni che Juventus non condivide” (un po’ come essere trovati positivi all’alcol-test e dire “non sono d’accordo, io avevo bevuto il giusto e guidavo nel pieno rispetto delle norme”), la domanda che le rivolgo è: può la Juventus sostituirsi a un’autorità di controllo e auto-assolversi? E anche se la FJGC le ha permesso, e ancora le permette, di esporre nel suo stadio un numero di scudetti bugiardo, e il 30 maggio scorso l’ha sostanzialmente assolta cancellandole con un colpo di spugna anni e anni di gravi, diversi e reiterati illeciti scoperti e denunciati, prove alla mano, dalla Procura di Torino e che sono costati ai suoi massimi dirigenti, Agnelli in testa, anni e anni di squalifica e un processo penale in corso, perchè la Procura Federale non batte ciglio e resta immobile davanti all’emergere di queste nuove irregolarità?
Secondo Deloitte, la società di revisione che la stessa Juventus si è scelta, “la perdita dell’esercizio chiuso al 30 giugno 2022 e il patrimonio netto al 30 giugno 2022 risultano sovrastimati rispettivamente di Euro 44 milioni e di Euro 5 milioni; la perdita dell’esercizio chiuso al 30 giugno 2023 risulti sovrastimata di Euro 5 milioni, senza effetti sul patrimonio netto al 30 giugno 2023”. La società di revisione parla di decine di milioni illecitamente conteggiati a bilancio (le irregolarità segnalate sono innumerevoli): e a meno che a Deloitte non siano tutti ubriachi, ciò significa che la Juventus oggi come ieri, con Scanavino come con Agnelli, continua a truccare i suoi bilanci, quindi a truccare le competizioni sportive cui prende parte. Ebbene, alle contestazioni di Deloitte sapete cosa risponde la Juventus? “Juventus ribadisce - recita il comunicato ufficiale - di aver costantemente operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie”: E ancora: “I rilievi della società di revisione si basano su interpretazioni e applicazioni di regole contabili e giudizi e valutazioni che Juventus non condivide”. Sarebbe come mandare un figlio ad una scuola privata pagando tra l’altro una retta salata, ritrovarsi col figlio bocciato e dire: “Non sono d’accordo, mio figlio è bravo, quindi è promosso”.
Proprio oggi, in risposta a una inquietante prima pagina di Tuttosport che in vista di Fiorentina-Juventus di domenica ha titolato a tutta pagina: “Che bello il Viola Park, l’ha pagato la Juve”, spiegando che “La Juventus in 10 anni ha investito 745 milioni nel calcio italiano: 141 solo a Commisso per Vlahovic e Chiesa”, il club viola ha testualmente ribattuto: “Ci permettiamo di fare notare che immettere soldi sul mercato portando il proprio bilancio a un rosso di 127 milioni non significa finanziare il calcio italiano, ma falsarlo. Il nostro presidente, e non è l’unico ad averlo detto, ha sempre sostenuto che è ingiusto che i club con un bilancio sano siano svantaggiati rispetto a squadre – non solo la Juventus – che comprano calciatori a cifre esose, hanno monte ingaggi altissimi e che presentano poi bilanci clamorosamente in perdita”. E ancora: “Ci permettiamo di dire che secondo noi mettere delle plusvalenze fittizie a bilancio, come tra l’altro è emerso dalle sentenze, non è sostenere il sistema”.
In conclusione, egregio presidente Gravina: (…) può per favore telefonare al fidato Chinè e dirgli che forse un fascicolo sulle nuove violazioni di bilancio della Juventus, sempre che Consob e Deloitte non siano considerati dalla FJGC gli scemi del villaggio, dovrebbe essere aperto? Così, se non altro per salvare le apparenze. Dopodiché, non c’è bisogno che ce lo ricordi: la Juventus è un club dal brand straordinario e come tale dev’essere salvaguardata. Ci penserà lei, come sempre, nei secoli dei secoli. Amen"