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A seguito della doppietta messa a segno contro la Germania e della straordinaria stagione fino ad ora disputata da Moise Kean, a Firenze si inizia ad interrogarci su quale sarà il futuro del bomber della Fiorentina anche a causa della clausola inserita nel suo attuale contratto. Per affrontare questo argomento FiorentinaNews.com ha intervistato l'ex direttore sportivo e tecnico di Napoli, Udinese ed Atalanta, Pierpaolo Marino.

A seguito dell’annata fantastica fino a questo momento di Kean la piazza comincia a temere che a fine anno possa andare via, anche a causa della clausola inserita nel suo contratto, lei che ne pensa? 

Sinceramente non so se fare una plusvalenza cosi importante su Kean sia più un rischio o un'operazione di ‘sanità’ di bilancio. Va ascritta la bravura della Fiorentina e del suo management, in particolare di Daniele Pradè, per averlo portato a Firenze con pochi milioni per poi realizzare questa importante plusvalenza. Quando Kean è stato preso era impensabile potesse arrivare ad una quotazione cosi alta quindi bravi i manager viola e Pradè”.

Quindi una partenza di Kean anche con il pagamento della clausola la vede possibile?

“Se dovesse succedere c’è da fare solo un grande applauso a tutta la dirigenza gigliata. La partenza di Kean va comunque considerata, tecnicamente, una partenza notevole e sarebbe da rimpiazzare ma, a Pradè ed al suo staff, non manca certo l’inventiva per trovare soluzioni e fare operazioni positive in tal senso”.

Un suo pensiero anche sulla stagione in viola di Palladino, la reputa un’annata positiva? Lei lo confermerebbe?

“Come ho già detto più volte, per me Palladino è uno dei migliori allenatori della nuova generazione, sono un suo estimatore. E’ stata un’annata che ha visto momenti di esaltazione seguiti da periodi meno felici, come era normale che fosse. Se devo valutare la stagione di Palladino per il momento è da bicchiere mezzo pieno. Quando la Fiorentina ha attraversato il momento di crisi, questo, era legato anche ai tanti infortuni e al trauma psicologico e tecnico patito dall’intero spogliatoio a seguito di quanto accaduto ad Edoardo Bove”.

Anche a seguito di quanto emerso in questi giorni in merito alle visite mediche svolte da Edoardo Bove, lei che idea si è fatto della situazione?

“Senza entrare in merito a questioni cliniche, questa è una materia delicata ed è sempre difficoltoso esprimersi ma, per quelle che sono le mie esperienze, penso che con le normative italiane sarà difficile rivedere Bove giocare nel nostro campionato. Le normative italiane sono giuste e rigide mentre all’estero ho visto cose non belle. Essendo appassionato di basket, giocatori a cui era stata negata l’idoneità qua da noi, si sono trovati ad andare a giocare all’estero con conseguenti situazioni bruttissime. Questa rimane una materia delicata però diciamo che Bove, che ho visto molto maturo nelle ultime interviste, si deve sentire un miracolato per come è andata la sua storia”.

In questo finale di campionato quale deve essere l’obiettivo concreto della squadra viola? L'Europa League?

“Non scherziamo, per me la Fiorentina è in piena lotta per la quarta posizione e quindi per la Champions. Il quarto posto quest’anno sarà abbordabile perché non ci vorranno molti punti per raggiungerlo, sarebbe un errore non crederci. Conoscendo l’esperienza di Pradè sono convinto che inculcherà questo messaggio a tutto l’ambiente per far capire che l'obiettivo Champions è possibile. Se poi non dovesse accadere non sarà comunque un fallimento, guardi la Juventus, con gli investimenti fatti ed il monte ingaggi, ben diverso da quello viola, rischia di non andare a giocare nell'Europa che conta il prossimo anno, in quel caso l’ipotesi fallimento della stagione è più evidente non crede?".

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