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Da dicembre a marzo, la Fiorentina ha avuto un netto calo di rendimento che l'ha portata alla situazione attuale: ottava in classifica, momentaneamente fuori dall'Europa, fuori agli ottavi di Coppa Italia e appesa a un ottavo di Conference League da ribaltare contro il Panathinaikos. In tre mesi il mondo viola è cambiato tantissimo, a cominciare in primis dalle parole dei protagonisti.

Cronistoria di un calo

Prendiamo ad esempio l'8 dicembre 2024, domenica in cui la Fiorentina vince 1-0 contro il Cagliari e conquista l'ottavo successo consecutivo. La squadra è prima a pari merito con l'Atalanta al termine della quindicesima giornata, a quota 32 punti. Palladino dice: “Non guardiamo la classifica. Comuzzo ha detto che la guarda? Bene, non giocherà più (ride, ndr). Guardo alle partite, meglio che la guardiate voi. Ma è ovvio che stiamo sognando”. Poi che è successo? Cosa ha frenato questo sogno?

11 gennaio 2025, Palladino si presenta in conferenza stampa prima di Monza-Fiorentina. Non ci sono chiare e precise indicazioni sugli obiettivi viola in classifica, almeno fino a questo momento. Qualcosa viene fuori: “Ho detto ai ragazzi che voglio fare più punti del girone d'andata”, chiuso (ricordiamo) con 32 punti. Un'ambizione, la quota indicativa, che significherebbe in media una comoda zona Europa League.

Poi cambia ancora qualcosa. Il 26 febbraio 2025, dopo tre sconfitte consecutive e a giorni dalla gara contro il Lecce, Palladino tenta di difendere il proprio operato. Improvvisamente, il tecnico inizia a guardare la classifica: “Sembra che sia tutto da buttare, eppure siamo ancora sesti. Voglio ricordare che la Fiorentina non ha mai fatto così bene negli ultimi cinque anni”. Spoiler, il sesto posto durerà un giorno e, dal recupero di Bologna-Milan vinto dai rossoblù, non sarà più recuperato.

Arriviamo poi alla più recente attualità, 9 marzo 2025. Palladino esprime grande soddisfazione dopo una sconfitta a Napoli, in concomitanza con le parole di Ferrari e Pablo Mari. Il tecnico afferma: “Vogliamo chiudere il campionato in crescendo”, mentre il direttore generale ribadisce che “chi non vive il Viola Park non può capire”. Una sconfitta affrontata con il massimo della serenità, senza percepire delusione alcuna da tali dichiarazioni.

Una partita della vita che non doveva esserlo

Ora, non è difficile comprendere che il calcio sia un gioco delle parti che scaturisce una comunicazione necessariamente non imparziale. Ognuno difende la propria posizione e i messaggi mandati recentemente sono un tentativo di infondere positività verso giovedì. Anche se c'è un grande equivoco. La gara contro il Panathinaikos è sì una partita della vita, ma non sarebbe dovuto esserlo per i presupposti creati tramite il campionato e scivolati via nello spazio di poche partite. E poi, sinceramente, anche a livello di strategie si poteva fare meglio.

Come ingannare i risultati? Un'impresa difficile…

La comunicazione della Fiorentina è certamente coerente, se non si contano le passate frizioni di gennaio, provando a ovattare l'ambiente interno da ogni tipo di rumore. Eppure ci sarebbe anche una via di mezzo per non sembrare un club che vive su Marte. La squadra viene da otto sconfitte nelle ultime sedici in campionato, nove nelle ultime quattordici Conference inclusa. Da dicembre a marzo, da primi a pari merito a ottavi. Il tutto condito anche da qualche pepita di presunzione, da spiccati retropensieri sulla storia recente della Fiorentina eludendo ogni frizione e negatività del contesto. Ricordando che questa è all'unanimità la squadra più forte degli ultimi cinque anni.

E adesso? La stagione cosa deve raccontare?

Mancano dieci partite alla fine del campionato e siamo alle porte di un ottavo di Conference di ritorno che sa tanto di ultima speranza. Sarebbe da chiedere… ma la Fiorentina ha un obiettivo? Perché qui era stato promesso. Sono state messe per iscritto parole come ambizione, miglioramento rispetto all'anno scorso e allo stesso girone d'andata, chiuso in uno dei migliori modi possibili. A cosa porta questa stagione? A cosa aggrapparsi per il futuro? C'è tanta ambizione? Insomma, va bene la dissonanza cognitiva, è anche parte di un fattore naturale del calcio. Ma forse è un attimino da rivedere. Perché di fronte al giudice campo e ai risultati non si scappa, soprattutto se ci si è giocato molto sopra. Senza mai dargli la giusta priorità.

Chiamatela ultima spiaggia, chiamatela salvagente... ma rimane la Conference League. E anche se fosse il torneino provinciale (e non ci va lontano), la Fiorentina...
Chiamatela ultima spiaggia, chiamatela salvagente. Chiamatela un po' come volete, ma Fiorentina-Panathinaikos sarà per ...

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