La Fiorentina e quell'inclinazione a farsi dal male da sola, ma questa potrebbe essere la svolta verso Atene. La firma del più inaspettato consegna il destino nelle mani della squadra viola
Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport si legge l'analisi della partita di ieri sera tra Fiorentina e Club Brugge al Franchi. “Sarebbe stato un peccato capitale - si legge - non vincere questa partita. Un’ingiustizia. Il successo arriva solo nel recupero, ma è meritatissimo e può essere la svolta per la finale. Un 3-2 firmato dall’ultimo che avresti immaginato, Nzola”.
Il pareggio sarebbe stato effettivamente una beffa troppo grande per una Fiorentina che come al solito ha sprecato tanto. Soprattutto la squadra di Italiano, al di là delle occasioni, sembra avere un altro tipo di inclinazione: quella di farsi male da sola: due volte in vantaggio con un eurogol di Sottil e una girata vecchi tempi di Belotti, due volte si fa raggiungere da un rigore di Vanaken e un gran gol di quel demonio di Thiago. Sempre con la complicità di una difesa leggera e scoperta.
“C’è tutto - si legge sulla Gazzetta - per giocarsi la grande la finale di Atene con i greci o con gli inglesi. A patto di non ripetere i soliti errori o andare lì pensando di difendersi. Il Bruges, infatti, è inferiore e va attaccato. Ma c’è un solo giocatore da ricordare, il centravanti Thiago, potenza esplosiva, reparto da solo. Il Bruges ha una strategia chiara: niente barricate, però grande difesa, lanci per il suo 9 e la bravura di approfittare del minimo corridoio concesso dai viola”. Club Brugge a parte, questa potrebbe essere la svolta verso Atene, la finale adesso è nelle mani dei viola.