​​

Assurdo solo a pensarlo qualche mese fa, incredibile a dirlo oggi dopo due sconfitte di fila con Como e Verona. Ma Raffaele Palladino è davvero arrivato all'ultima spiaggia. Non ci sono più alibi, il tempo dell'attesa è finito. Il mercato ha dato i suoi frutti ed ora che questi vengano raccolti dal campo. Una squadra come la Fiorentina, come si è abituati a conoscerla e come è stato negli ultimi tre anni, non può, non deve cadere come ha fatto nelle ultime due partite. 

Raffaele Palladino, allenatore della Fiorentina

La divergenza di pensiero fra presidente e direttore sportivo su Palladino

Il gioco vacilla, per non dire che è completamente privo di contenuti. I giocatori vengono schierati fuori ruolo e i reparti sono riempiti fino all'orlo al fine di coprire i problemi degli altri. L'allenatore dice di non avere problemi con la dirigenza, ma ogni dichiarazione del direttore sportivo ha il sapore di una pugnalata. Sicuramente, Palladino ha ancora il benestare del presidente: su quello, non vi sono molti dubbi. Ma fosse solo per Pradè, Lecce sarebbe l'ultima chance per lui. O dentro o fuori. L'avversario al quale è stato rifilato uno 0-6 interno all'andata, all'interno del filotto che costituisce ancora l'ancora di salvezza dell'allenatore. Senza quelle otto vittorie consecutive, la Fiorentina sarebbe dietro alla Roma che ha cambiato due allenatori e si trovava a -15 dai Viola prima di dicembre. 

Il ds Pradè non ha proferito parola dopo la sconfitta di Verona

Dottor Jekyll con le “piccole”, Mr Hyde con le “grandi”

Non c'è nulla da salvare dal Bentegodi. Come col Como, appena un tiro in porta (l'indice degli expected goals è stato bassissimo: 4%!) e come nelle ultime tre gare non c'è stata mai la volontà di far propria la partita. Ma se con l'Inter poteva essere una strategia dotata di senso logico, con due formazioni in lotta per la salvezza, non se capisce proprio il motivo. Tant'è che, se non fosse per il rigore di Mandragora a Milano, la Fiorentina sarebbe a zero reti messo a segno nelle ultime tre. Un calo improvviso, visto il sorprendente +9 che era stato maturato con Lazio, Genoa e Inter. Con le big, d'altronde, Palladino si trasforma: dottor Jekyll con le “piccole”, Mr Hyde con le “grandi”. Ma così i punti per l'Europa non si fanno: lo diceva il modus operandi di Italiano, lo afferma duramente anche la matematica.

L'ultima spiaggia di Palladino

Venerdì sera al Franchi l'ultima spiaggia. Per Palladino, che ora sente la pressione di tutta Firenze, esplosa nella contestazione dopo il KO all'ultimo minuto di Verona. L'allenatore si è detto piuttosto tranquillo nel post partita, classico atteggiamento di chi vuole nascondere dentro di sé tutte le tenebre che non possono venire a galla. Ma la Fiorentina, che non aveva una rosa così competitiva da un bel po', non può gettare al vento altri punti fondamentali per la corsa all'Europa. Serve una scossa, ora. Fra qualche settimana, potrebbe essere troppo tardi. Se Palladino non è all'altezza dell'incarico, la società deve trovare un traghettatore come ha fatto Lotito l'anno scorso: pescò Tudor dopo Sarri e la Lazio finì in Europa League, che oggi può vincere. La stagione è ancora salvabile, lo dice - ancora - la classifica. Non passeranno tutti gli anni i De Gea e i Kean da Firenze: questa è un'occasione che va sfruttata, ora. Se pure col Lecce dovessero mancare i tre punti, allora non ci dovrebbero essere più dubbi. 

Palladino rischia, una riflessione inevitabile. Una panchina in forte pericolo, un tecnico di livello e non un traghettatore per un'eventuale sostituzione
Sconfitta nel finale ma giusta, che frena sicuramente le ambizioni di una Fiorentina che era chiamata a ben altra partit...

💬 Commenti (7)