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La realtà è che "la squadra più giovane d'Europa", ad oggi, ha timore a lanciare i propri giovani, dove per giovani non ci riferiamo ovviamente ai vari Chiesa, Milenkovic o Lafont ma a quelli in secondo piano, che dovrebbero via via affacciarsi in prima squadra. Da Vlahovic a Sottil, senza girare ulteriormente il coltello nella piaga citando Mancini e Zaniolo: finora Pioli è andato avanti con testardaggine puntando sempre sul Cholito Simeone, a cui di occasioni ne sono state date in abbondanza. L'argentino però rischia la crisi di nervi ora, dopo le chance sprecate anche con la Juve e un gol che manca da tre mesi: eppure il tecnico viola ha preferito rispolverare Thereau nelle ultime due uscite. Su Vlahovic resta l'alone di mistero: sarà valido? Sarà acerbo? Mistero appunto, perché in 5 minuti (la tempistica media concessagli) nessuno può dimostrare niente. E allora col Sassuolo al "Mapei", ennesima ultima chiamata, forse è il caso di alleggerire un po' di pressione dalle spalle di Simeone e testare una carta nuova, quanto meno per togliersi il dubbio: siamo sicuri che il giovane serbo possa fare peggio di questa ultima versione del Cholito?


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