Alla fine Fiorentina-Juventus si è giocata lo stesso, nonostante i ripetuti appelli al rinvio, vista la situazione che le province di Firenze, Prato e Pistoia stanno vivendo in questi giorni con diversi morti e paesi interi alluvionati. Una scelta questa aspramente criticata dall'ex tecnico viola, Cesare Prandelli

La lezione data dagli ultras

“Non sono stupito, tra il mondo del calcio e quello reale il muro è sempre più alto - ha detto Prandelli a La Nazione - I tanto bistrattati ultras hanno dato una lezione a tutti: in certi momenti ci sono delle priorità che vanno oltre la vita di tutti i giorni. Quello che stanno vivendo Prato, Pistoia e Campi ha bisogno di una risposta concreta, che guarda caso viene dalla gente comune e non dalle istituzioni calcistiche”.

“Assurdo giocare”

Poi l'affondo: “Mi sembra assurdo giocare una partita quando a cinque chilometri dallo stadio ci sono morti e devastazione. Gente che ha perso cari, la casa, tutto. Il calcio e la vita di tutti i giorni vanno su binari paralleli ormai. Tutti dovrebbero avere il coraggio e la determinazione di decidere una cosa per certi versi impopolare. Una partita si rimanda, quello che è successo in Toscana resta sulla pelle della gente per sempre”.

"L'esempio dei ragazzi della Curva Fiesole"

E infine: “Firenze è la città per eccellenza della solidarietà, e l’esempio viene proprio dai fiorentini e dai ragazzi della curva Fiesole. Stiamo andando tutti fuori strada se pensiamo che una festa del calcio come dovrebbe essere Fiorentina-Juventus sia più importante di tutto”. 

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