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La contestazione nei confronti dei Della Valle sta ormai prendendo dei connotati ben definiti. E poco importa se Giovedì c'è da giocare una semifinale di Coppa Italia, perché questo ad alcuni tifosi non interessa. Il tempo di contestare è questo e non se ne può fare a meno, e tra striscioni che tappezzano la città e cori durante le partite il messaggio dovrebbe essere arrivato chiaro e tondo a chi di dovere. Dovrebbe ormai essere evidente ai Della Valle che la piazza, o quantomeno una buona parte di essa non li vuole più, e allora una domanda sorge spontanea: cosa li spinge a rimanere saldi sulla loro poltrona? La risposta potrebbe essere scontata e identificabile in un fattore economico, questo senz'altro. Ma forse siamo arrivati ad un punto in cui prima del denaro conta la reputazione, e l'impressione è che i proprietari della Fiorentina la stiano peggiorando sempre di più. I tempi sono maturi, vie di uscita non ce ne sono se non quella di ricominciare a investire come una volta, intenzione che più volte Andrea e Diego hanno dichiarato di non avere. C'è dunque una domanda che tutti, pro e "anti-dellavalliani", vorrebbero fare al patron della Fiorentina parafrasando una famosa canzone dello Stato Sociale: "Perché lo fai? Perché non te ne vai?". Da una parte, quella dei contestatori, suona come una richiesta esasperata, dall'altra invece come un maccheronico "ma chi te lo fa fare". La verità però è una sola e la vorremmo sapere tutti: i Della Valle rimangono per avidità o per salvare la Fiorentina dalle disastrose conseguenze di un loro addio, data la mancanza di acquirenti? Un dubbio amletico che ormai da tempo spacca in due la città e la tifoseria.


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