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Chi ha giocato a calcio lo sa: a caldo si fanno e si dicono cose che a volte nemmeno si pensano. E probabilmente è quello che è successo ieri a Giovanni Simeone, da un po' di tempo in crisi di prestazioni e spesso beccato dal pubblico. Poco prima delle rete del 2-1, il Cholito era stato fischiato pesantemente da tutto lo stadio per non aver ben finalizzato un'azione offensiva (passaggio sbagliato con Benassi tutto solo in area) ed è per questo che il gol lo ha fatto esplodere. Un'esultanza rabbiosa, fuori luogo e irrispettosa: che il gesto sia da condannare è sicuro, ma poi esiste anche tutto il resto. Simeone ha chiesto immediatamente scusa, dimostrando di essersi reso conto di aver fatto una stupidaggine. Criticare e offendere un ragazzo così giovane per una simile ingenuità (la prima di questo tipo da quando è a Firenze) non ha veramente senso, tutt'al più pensando a quanti giocatori abbiano invece davvero disonorato la maglia e offeso la tifoseria: l'ultimo in ordine di tempo fu proprio il predecessore di Simeone, quel Nikola Kalinic che ripudiò la Fiorentina per andare a giocare in squadre "più ambiziose". Ebbene, l'unica cosa da sperare è che il putiferio per quanto accaduto si spenga sul nascere, e che Simeone possa davvero aver ritrovato la serenità necessaria per regalare ai tifosi viola tante altre gioie come quelle di ieri.


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