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Per la Fiorentina è arrivato il primo passo falso dopo oltre un mese e mezzo senza sconfitte. A Cipro, la squadra di Palladino perde 2-1 contro l’APOEL di Nicosia in Conference League. Un risultato tutt’altro che allarmante e che non sembra compromettere il percorso europeo della Viola; si rivela semplicemente la conferma di un grande distacco tra la brillante Fiorentina vista all’opera in campionato e quella composta dalle “riserve”.

Niente di strano, tutto normale: emergono i più forti

Dal canto suo, Palladino fa solo che bene a tenere alti gli stimoli, dichiarando di reputare tutti i componenti della rosa titolari allo stesso modo. L’evidente realtà è l’emersione di alcuni singoli su altri, fattore del tutto normale. Spiccano ovviamente i giocatori di qualità superiore, da de Gea a Kean e Gosens (Palladino stesso ha sottolineato l’importanza di tali calciatori) e i protagonisti di un ottobre impeccabile.

Decisioni “dure” per evitare un bivio che sta fin troppo stretto

Nelle ultime stagioni, a un certo punto dell’annata, la Fiorentina si è sempre trovata davanti a un bivio: o il campionato, o le coppe. Una decisione obbligatoria per più motivi, dalla scelta della gestione alla coperta piuttosto corta e ai limiti strutturali della rosa. L’unico svincolo per uscire da questa strada è affrontare le varie competizioni per il peso che hanno, lasciando che sia finalmente il percorso a fare da protagonista.

Vivere la Conference per ciò che è, senza compromettere tutto il cammino

La Conference League è il palcoscenico per chi ha meno spazio in Serie A, per chi ha poche occasioni a disposizione per mettersi in luce: in sostanza, delle seconde linee. E con queste la Fiorentina si gioca le proprie carte, sicuramente più deboli rispetto all’undici titolare tipo. Ma il motivo è logico: stavolta sarebbe bizzarro pensare di mollare qualcosa in campionato (come invece successo recentemente), dove sono possibili traguardi più corposi e ambiziosi rispetto alla stessa Conference, approcciata con giocatori “più fedeli” al livello della competizione. La questione della priorità rende comunque accessibile questo fronte.

E non significa “snobbare”: ci sono strade più logiche per alzare l'asticella

Non sembra più una scelta a corso d’opera, non si avverte il peso di un bivio che prima o poi arriverà. Il gruppo ricorda giustamente di non avere determinati obiettivi prefissati; a maggior ragione, il campionato è la strada principale. La voglia di cambiare palcoscenico europeo va a braccetto con l’acquolina che genera l’attuale classifica (seppur prematura), con la sensazione di poter dire la propria in questa Serie A. Qui la Fiorentina si giocherà la sua mano più importante, nulla di più semplice e intelligente. Non si tratta di “snobbare” la Conference, è seguire il percorso tracciato di una stagione promettente. Serate come quella di Nicosia rappresentano oneri e onori di impiegare “gli altri” giocatori. Il livello di alcuni può suscitare qualche interrogativo, ma la scelta di schierarli in certe occasioni è tutt’altro che illegittima.

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