Ambrosini: "La Fiorentina ha avuto più voglia del Milan, Adli sa ripulire il pallone e Bove si esalta nel sacrificio. Che doveva fare Ranieri su Reijnders? Solo il fallo di Kean su Gabbia era rigore"
L’ex centrocampista del Milan Massimo Ambrosini, nel finale di carriera una stagione anche giocatore della Fiorentina, ha parlato a Radio Bruno dopo il successo viola al Franchi di domenica scorsa, toccando varie tematiche della gara e non solo.
‘Fiorentina con più unità d’intenti e convinzione del Milan. I rigori? Si cerca di oggettivizzare, ma…'
“Prima del fischio d’inizio mi aspettavo una partita equilibrata tra due squadre imperfette, la sensazione dopo la gara è che la Fiorentina avesse più voglia del Milan. La squadra viola ha mostrato maggiore unione d’intenti e convinzione, a prescindere dal risultato. La partita non è stata giocata bene da nessuna delle due squadre, che erano contratte e si è visto in campo. I rigori fischiati? Solo il fallo di Kean su Gabbia è rigore, per me gli altri due penalty fischiati sono minimi. Ranieri che avrebbe dovuto fare per contrastare Reijnders? Lo stesso vale per Theo su Dodô. Si è cercato di oggettivizzare tutto nel calcio, ma la verità poi è che non si può prescindere da un’interpretazione soggettiva in tantissime situazioni”.
‘Il centrocampo della Fiorentina è in evoluzione di partita in partita’
“Vedo la Fiorentina in evoluzione a centrocampo, stanno cercando il modo di giocare assieme i vari Bove, Adli e Cataldi, ma devono ancora mettersi a posto e trovare la quadra. Nel contesto tecnico viola Adli può dare una mano, ha la tecnica per ripulire i palloni e sistemare situazioni ingarbugliate. A Kean e Gudmundsson il pallone va dato velocemente, poi ne sanno fare buon uso. Bove si esalta nel sacrificio, la Fiorentina cambierà di partita in partita, col Milan ha chiuso da centrale puro recuperando palloni fondamentali. Non ha la qualità come caratteristica principale, ma sa fare tante cose e esaltare le sue capacità in certe situazioni. Sai che non salterà l'uomo, ma sa rendersi molto utile”.
“Biraghi in panchina? Anche io da capitano sono stato fuori molte volte, è sempre bello che sia il gruppo e la società a decidere in queste situazioni. Il leader è riconosciuto nel gruppo, i giocatori dentro lo spogliatoio sanno chi è che se parla si ascolta, se si arrabbia ha ragione e sa dire le cose giuste, dentro e fuori dal campo”.