La nuova ricetta di Palladino e ora indietro non si torna

A San Siro si è vista una Fiorentina diversa. Una squadra nient'affatto remissiva, in balia del palleggio avversario, ma soprattutto: offensivo fino alla fine. Un atteggiamento che non si è visto spesso con la gestione Palladino. Kean e compagni a Milano hanno dimostrato che si può (provare a) vincere, anche giocando a viso aperto contro una diretta concorrente. Senza paura, senza nascondersi dietro. In difesa.
Fantasia e voglia di fare
Libertà. Spensieratezza. Ranieri che pesca il jolly sugli sviluppi di un'azione d'attacco e Dodo che spacca la porta con un inserimento da ala. Solo il Var si è messo di mezzo, impedendo il successo. Più che meritato. Ed è questo l'atteggiamento giusto che deve mostrare la squadra di Palladino. Tutto è cambiato da quando Fagioli ha preso le redini del centrocampo: cambi di gioco, “scavetti” a tagliare fuori le difese avversarie, personalità da giocatore fatto e finito. Insieme a lui, un Mandragora attento e sugli scudi, come non accadeva da tempo. Per non parlare dell'evasione dalle catene di Gudmundsson: l'islandese, adesso, sembra tornato quello di Genova e le sue serpentine mettono in apprensione qualunque difesa della Serie A. Fosse sempre tutto così, la Fiorentina non sarebbe di certo ottava in classifica.
Ora, la prova del nove
Adesso, la prova del nove. Prima la “pratica” Celje, da archiviare già in Slovenia, poi il tris di scontri alla portata per puntare al bottino pieno. L'unico modo per provare a sperarci. Domenica sera si è visto quanto le romane non abbiano intenzione di fermarsi. La Fiorentina può farcela, ora c'è più coraggio ma soprattutto voglia di fare. Palladino sembra aver capito che la via del pullman davanti alla difesa non era quella giusta per un giovane allenatore che deve ancora crescere sotto l'aspetto tattico. Ma non si parla di snaturarsi. Basterebbe affrontare tutte le partite con la grinta messa in campo contro il Milan. Che se non arriva il risultato, almeno si esce dai novanta minuti tutti entusiasti. Basta poco, a Firenze.