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Su Facebook il giornalista e corrispondente a New York Massimo Basile ha parlato di Vincenzo Italiano, a breve nuovo tecnico della Fiorentina: "L’approdo di Italiano non va sottovalutato: il modo in cui ha lasciato lo Spezia, due settimane dopo il rinnovo, indica determinazione e ambizione. Non mi farei ingannare dal curriculum: non sarà uno yesman, almeno a vedere come si è mosso. Non si accontenterà di giocatori proposti dai soliti quattro intermediari. Gattuso avrebbe alzato il mercato, troppo per i piani attuali del club: con Mendes avresti pagato commissioni alte per gli acquisti ma avresti anche venduto a prezzi più alti, come farà la Roma con Pau Lopez grazie alle conoscenze del portoghese. Qualcuno sarebbe finito a servire il caffé. Ma è il passato, anche se dopo la velina del club, che non ha mai commentato ufficialmente, aspetto la versione pubblica di Gattuso per capire meglio".

E poi ha aggiunto: "Italiano non pretenderà innesti big (anche se uno è già arrivato) ma non sembra il tipo che accetterà nuovi Kokorin e Callejon. Firenze sarà una grande vetrina. Lui vuole fare carriera, ha dimostrato di essere pronto a tutto, e di non temere lo scontro. Molti lo hanno giustificato dicendo che con la clausola era legittimo andarsene. Ricordiamocelo anche per il futuro, sperando non risucceda. Ora diamogli tempo e fiducia, senza chiedere subito risultati, ma senza neanche vederlo come il nuovo salvatore. Sdraiarsi in passato non ha portato bene. Io stesso mi ero fatto trascinare dalla gioia di vedere la vecchia proprietà andarsene e dall’amore che nutro verso la splendida comunità degli italoamericani".

E infine: "La Viola è l’unica ragione che resta oltre tutti noi. Ricordiamoci cosa sono Firenze e la Fiorentina, anche se il dna della città è cambiato e siamo diventati una città più levantina, bisognosa di un dominus e facile preda del populismo. Basta che ci dicano “popolo viola” e siamo contenti. Come qui in Usa i trumpiani quando vengono chiamati “il popolo americano”. Questo tecnico, oltre a portare un gioco e un’identità che ci faccia rialzare dalla polvere, può rivelarsi il “controllore inatteso” di ciò che i dirigenti intendono fare. Se si dovesse rivelare, come spero, un piccolo Gattuso, poco incline ai compromessi al ribasso, ma senza un agente ingombrante, potrebbe essere stata la soluzione ideale.
E, direi, finalmente".


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