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Tra una folgorazione sulla via di Damasco (con Pradè che ha svelato come finalmente il gruppo viola ha capito che deve lottare per la salvezza) e un pensierino al futuro, con i pourparler con alcuni allenatori, c'è una Fiorentina che arranca punto dopo punto e che magari faticosamente riuscirà ad arrivare all'obiettivo. Dietro l'angolo però c'è anche una successione sulla panchina da concretizzare ed un ostacolo che al momento sembra separare il club di Commisso dai suoi obiettivi: le idee e le convinzioni sulla rosa gigliata.

I tecnici interpellati che vorrebbero un restyling e la Fiorentina che è convinta invece di avere tutto sommato un bell'organico, penalizzato da allenatori (da Montella a Iachini, tutti confermati con grande entusiasmo) e chissà da quali altri fattori. In tutto ciò, se di Serie A si parlerà nella prossima stagione sarà solo e soltanto grazie a Dusan Vlahovic ed alla sua esplosione. La società viola ci ha scommesso, lanciandolo di fatto in guerra senza alcun supporto e incrociando le dita. Scelta coraggiosa ma molto vicina all'incosciente, perché non tutelata, tantomeno dal mercato di gennaio: ma ci pensate se il serbo fosse esploso con un paio di mesi di ritardo? La sorte della squadra di Prandelli/Iachini sarebbe stata probabilmente segnata.

E dire che quanto è accaduto al classe 2000 ha quasi del miracoloso, perché nessuno a inizio stagione avrebbe immaginato di metterlo quasi sullo stesso piano di Haaland a distanza di 9 mesi. In sostanza, se la Fiorentina si salverà sarà in buona parte per un miracolo, non certo per il valore dei singoli, quanto per il collettivo totalmente avulso dal concetto di squadra e tenuto insieme da un ragazzino di 21 anni. Ma di tutto questo ne sarà consapevole la dirigenza che quel collettivo l'ha allestito?


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