Lo strano caso del Friuli Venezia Giulia: la regione con "zero casi" ma che fa di tutto per rinviare la partita con la Fiorentina
Tra un'emergenza in Lombardia ed una in Veneto, qualche caso sparso qua e là tra Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Lazio e Campania, c'è stata una regione che però, in quanto componente di quel nord est flagellato dall'emergenza Coronavirus, ha preso determinate decisioni su come gestire la situazione: il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, così aveva deciso con un'ordinanza speciale: "Fino al 1 marzo saranno chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado e le università del Friuli Venezia Giulia. Ferme anche tutte le manifestazioni - sportive, religiose, ludiche, discoteche e locali notturni - e ogni forma di aggregazione in luogo pubblico o privato, svolte sia in luoghi chiusi che aperti al pubblico". Una scelta legittima, in piena esplosione del terrore da contagio ma che di fatto aveva cozzato con l'evoluzione delle cose in Lega Calcio: giovedì sera infatti, il vertice del football nostrano aveva imposto lo svolgimento della partita tra Udinese e Fiorentina ma a porte chiuse. Nel frattempo di casi accertati in Friuli Venezia Giulia neanche uno ma la misura è rimasta, in contrasto razionale con l'idea di non far giocare di sabato ma di farlo invece lunedì, come se nel frattempo il virus che attanaglia l'Italia si fosse magari estinto.
Poi il colpo di scena delle ultime ore, con la pressione della Juve, a cui si è aggiunta la stessa regione Friuli (Udinese compresa) per scongiurare il rischio di un match casalingo giocato a porte chiuse e il capo chinato da parte da parte della Lega Calcio. Una "vittoria" del fronte bianconero di fatto, con una regione che nel frattempo continua giustamente a tenere gli occhi aperti a livello sanitario ma che continua a non avere casi di contagio. Una situazione quantomeno particolare e intanto la Fiorentina si è fatta un "bel" viaggetto fino a Udine, con spese trasferta annesse.