"I fiorentini vantano capolavori memorabili di sarcasmo ma ora va di moda il livore hard. Sarebbe incredibile se Firenze applaudisse Gasperini e magari un giorno lui ne fosse allenatore"

Sul Corriere dello Sport si parla della rivalità tra Firenze e Gasperini, sfociata in una reciproca antipatia ormai pluridecennale. Nel pezzo di Cristiano Gatti si fa riferimento anche agli ultimi ‘gesti’ del tifo gigliato:
"È la partita nella partita, ormai un must della serie A italiana, il personalissimo e per niente cordiale confronto tra i tifosi viola e il Gasp, di fatto il derby annuale dei superfumini. Inutile ogni volta ricordare i precedenti, le origini, le cause. Anche perché ad ogni incrocio se ne aggiungono di nuove. Resta l’insormontabile allergia reciproca, feroce e carogna. D’altra parte, anche questa storia ha seguito la deriva cupa di tutto il tifo.
Bei tempi quando le curve battevano in sarcasmo e creatività la goliardia universitaria, da questo punto di vista i fiorentini vantano capolavori memorabili, come dimenticare lo striscione giottesco comparso quella volta a Como, rivolto ai tifosi locali, “Voi comaschi noi cole femmine”. Purtroppo quei modi non sono più di moda, da tempo va il cattivo spinto, il livore hard, col risultato di creare odio d’asporto praticamente in tutti gli stadi, una volta perché arrivano questi, una volta perché c’è quello, una volta perché non si può dimenticare quell’altra volta…
Certo sarebbe grandioso una volta permettersi di rompere gli schemi, creare sorpresa, immaginare un altro finale, che so, il trionfale ritorno dell’ironia e morta lì, senza bisogno di ipocriti e plateali gesti di riconciliazione, non servono, sarebbero penosi, molto meglio il ripristino di una sana dialettica a presa per il, poi tutti a casa. Sarebbe incredibile uscire dallo scontato e dal prevedibile, come diceva Hugo elevarsi dalle tenebre per accendere un po’ di luce, con lo stadio di Firenze capace addirittura di applaudire l’allenatore più insultato su piazza, lui pronto a restituire il saluto. E siccome i sogni sono belli se non hanno limiti, perché non immaginare persino che un giorno, più avanti, non sia proprio il Gasp ad allenare la Viola, con reciproca soddisfazione".