Peccato si sia svegliato troppo tardi, ma c'è anche un perché!
Non è un fenomeno Nikola Milenkovic, ma nemmeno un mezzo giocatore che infila un errore dietro l'altro così come accaduto per almeno un paio di mesi in questa stagione della Fiorentina.
Si è svegliato tardi è vero, ma quello che abbiamo visto nell'ultima parte di questa annata, Europei compresi, è un giocatore sul quale puntare eccome.
Perché è cambiato?
Ma cosa è successo nel frattempo? Perché c'è stata questa ‘rinascita’ che abbiamo potuto apprezzare in particolare nella finale di Conference League e agli Europei? Se diversi indizi fanno una prova, Milenkovic è un centrale che si trova bene quando ha davanti a sé un riferimento ben preciso, un uomo da marcare. Ne sanno qualcosa i vari El Kaabi, Kane, Šeško e chi per loro. Un'indicazione questa che deve essere captata al volo anche dal neo tecnico viola, Palladino, che potrà sfruttarlo al meglio nella sua linea difensiva che dovrebbe essere a tre.
Bando agli integralismi, si allo sfruttamento delle doti individuali
Benché talvolta abbia indossato la fascia di capitano non è un leader, uno che può comandare un'intera retroguardia, ma è forte, strutturato e difficile da passare negli uno contro uno, siano essi duelli aerei che con palla rasoterra. Bando agli integralismi e più spazio allo sfruttamento delle doti migliori dei singoli: la nuova Fiorentina, a nostro avviso, deve partire anche da questo.