Nove e Dieci
Da quanto tempo è che, a Firenze, non si fa altro che rivangare la cessione di Vlahovic a metà stagione, costata forse anche la qualificazione in Champions del primo Italiano? Da quanti anni, la Fiorentina, non aveva più un ‘9’ degno di questo numero di maglia e, inoltre, un ‘10’ che gioca come il “fenomeno” Mutu? Fortunatamente, non sono passati poi così tantissimi anni, poiché gli stessi Cabral e Gonzalez avevano fatto vedere qualche giocata da ‘9’ e da ‘10’, benché in annate distinte. Ma, adesso, Palladino ha tutto ciò che Italiano non ha mai avuto: un centravanti (vero) e un numero dieci (forte). Oltre, ovviamente, a un portiere (decisivo).
Nove e Dieci
Anche nella serata storta contro il Milan (prima il rigore sbagliato, poi due reti in fuorigioco e infine una traversa sfortunata), Kean è stato uno dei migliori in campo, prendendosi pure responsabilità da leader. Per non parlare del fatto che l'ex Juve è già il miglior marcatore della rosa di Palladino. Insidiato soltanto da… Gudmundsson! E chi altri sennò. L'islandese, adesso pure libero di testa dopo l'assoluzione del processo penale, può esprimersi ancora meglio rispetto a quanto (poco, anche a causa dell'infortunio) visto finora. Mentre, però, la posizione in campo di Kean è ben definita, chiara, quella dell'ex Genoa lo è un pelino meno. Trequartista, ala di destra oppure seconda punta? Diciamo che forse la sua forza risiede proprio nel non avere un ruolo ben preciso. E' un Dieci, dopotutto! Libero di spaziare, inventare… in una parola di giocare. Come si sente, come è ispirato. Una condizione che lo stesso Palladino ha già cominciato ad accettare. E come potrebbe essere altrimenti, con uno forte così.