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Non era bastato un intraprendente ritiro estivo per convincere l’allenatore, o meglio, la dirigenza a puntare sulle doti di Niccolò Pierozzi. È bastato pochissimo, invece, per non far togliere Michael Kayode dai titolarissimi della Primavera di Aquilani. Uno fiorentino, l’altro novarese. Uno del 2001, l’altro tre anni più giovane. Cosa hanno in comune? Entrambi sfrecciano sulla corsia di destra.

Pierozzi, forte delle esperienze in Lega Pro e Serie B, è più brevilineo e tendente ad arrivare sul fondo per il cross. Kayode, con una parentesi in Serie D prima dell’acquisizione del club gigliato, è più dirompente e presenta un fisico da far invidia a tutto le Giovanili e non solo. Da una parte, un ragazzo già pronto alla massima serie, che in ogni caso potrebbe già raggiungere con la maglia attuale. Dall’altra, uno dei pilastri della compagnia di Aquilani, che, nonostante la sua carta d’identità reciti 10 luglio 2004, ha subito messo sull’attenti anche mister Italiano.

Davanti a loro, un muro. O meglio, il classico gradino – più gradone – che separa tutti i migliori prospetti dal grande salto in Serie A. Sicuramente quello di Niccolò è meno ripido, considerata la stagione e mezzo di apprendistato trascorsa lontano da Firenze. Ma come si sa, non bastano le esperienze in prestito per essere automaticamente pronti per la Prima Squadra.

Il percorso di Pierozzi è passato anche da Moena, dove ha ben impressionato dirigenti e addetti ai lavori nelle due settimane di lavoro con i “grandi”. Quello di Kayode, invece, è iniziato quest’anno, seppur il suo esordio con la maglia del Gozzano gli avesse già fatto assaporare i profumi del calcio (quasi) professionistico. Per lui, inoltre, ci ha pensato Alberto Bollini ad aumentarne il bagaglio internazionale, inserendolo in pianta stabile nella Nazionale U19. La sua strada, a differenza del suo collega del 2001, deve ancora incontrare qualche crocevia, ma i segnali palesati lasciano ben sperare per il suo avvenire.

Un altro muro è poi segnato dalle rose. Quella di Italiano, ad esempio, conta in quel ruolo il giocatore-tifoso Venuti, scelto dalla società come rappresentante della fiorentinità all’interno dello spogliatoio. Anche il montevarchino – si ricorderà - raggiunse il proprio sogno facendosi le ossa a Benevento. Per questo motivo, le aspirazioni di Pierozzi e Kayode passano necessariamente dalle serie minori, quasi unica via d’accesso in Italia per sfondare nel professionismo. Niccolò ci sta già dentro, Michael sfrutta quando può le chances concesse da Prima Squadra e Nazionale. Il muro si può, anzi si deve, abbattere: il futuro della fascia destra la Fiorentina ce l’ha tra le proprie fila.


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