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Con Fabiano Parisi, la Fiorentina ha messo a segno il primo colpo del suo calciomercato. Nasce un duo di ottimo livello, assieme a Cristiano Biraghi. Due calciatori dalle qualità degne di nota e con lo stesso procuratore (Giuffredi), ma sostanzialmente opposti tecnicamente e tatticamente: diventa complicatissimo paragonarli. È più interessante, dunque, analizzare le caratteristiche di entrambi i giocatori per capire come articolare questa alternanza. 

Habitué. Naturalmente, Biraghi lo conosciamo già meglio: un terzino molto offensivo, fatto di corsa e aiuto sulle fasce, con continue sovrapposizioni assieme all’esterno d’attacco. Rappresenta un punto centrale del gioco di Italiano, tanti palloni passano dai suoi piedi (spesso a due-tre tocchi). L’arma più letale per attaccare è ovviamente il cross, nettamente superiore a ciò che offre Parisi, variegato e cercato ogni quanto possibile, anche nei calci piazzati; l’esempio più lampante è la prova offerta a Basilea.  

I limiti emergono soprattutto in fase difensiva, specialmente sulle diagonali: non è un terzino capace di garantire solidità per più frangenti di partita. È ordinato nelle chiusure, seppur a medio-lunga distanza dall’avversario, perché fa più fatica a imporsi fisicamente. Sicuramente è l’uomo giusto se valutato dal punto di vista offensivo, benché il dribbling non rientri tra le sue migliori qualità. Non è il profilo corretto da cui pretendere l’attacco dello spazio o il taglio dentro l’area di rigore. 

New entry. Con Parisi, la Fiorentina accoglie un terzino dal tasso tecnico elevatissimo; meno di spinta, ma diametralmente opposto a Biraghi per agilità e gestione del pallone. Il dribbling nello stretto è micidiale e gli permette di saltare l’uomo e la pressione avversaria con un ottimo repertorio di giocate individuali imprevedibili. L’ex numero 65 dell’Empoli è abituato, inoltre, ad attaccare la profondità ed è particolarmente ispirato nel tagliare le linee: ne è un esempio concreto il gol a Lecce nell’ultima stagione. 

Da Parisi, ad ogni modo, non aspettarsi i cross (o i tiri sui piazzati) di Biraghi. Il classe 2000 non ha le caratteristiche per arrivare sul fondo e mettere in mezzo il pallone giusto per i colpitori di testa, anzi, va spesso dentro il campo e rappresenta una costante minaccia palla al piede. Difensivamente, è un’altra storia: più sicurezza e capacità di controllo della situazione. La sua velocità lo aiuta nel recuperare gli strappi degli avversari nell’uno contro uno; nonostante il fisico non apparentemente possente, sa come farsi sentire e come usarlo a proprio vantaggio, anche nel cercare falli. 

Resoconto. Il livello è ottimo, soprattutto in confronto all’intera rosa: quella della Fiorentina è una coppia validissima di terzini sinistri. Ne nasce un’alternanza curiosa e intrigante, da parametrare anche e soprattutto in base alla partita e all’avversario. Sta tutto nell’associare il giusto calciatore alla giusta situazione: Biraghi quando serve maggior contributo offensivo, Parisi contro squadre abituate a prendere in mano il pallino del gioco o che lasciano spazi in mezzo al campo. 

 


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