Bonaventura: "Negli scorsi anni a Firenze ci è mancata solo la finalizzazione. Con Vlahovic eravamo quarti, poi è stato ceduto e non è arrivato nessun attaccante come lui"
L'ex centrocampista della Fiorentina Giacomo Bonaventura ha parlato in un'intervista concessa a Cronache di Spogliatoio e Rivista Undici, analizzando il suo passato in viola e il suo rapporto con Vincenzo Italiano.
Queste le parole su Italiano compagno di squadra e allenatore: "Differenze? Nessuna (ride, nda). A Padova giocavo a centrocampo al suo fianco e lui era già allenatore. Mi diceva “stai”, “vai su”, “vai là”. Come allenatore a Firenze mi son divertito tantissimo con lui, abbiamo giocato un calcio che a me piace, divertente, sempre all’attacco, a pressare tutti. Se penso ai tre anni insieme credo che ci sia mancata solo la finalizzazione. Con Vlahovic eravamo quarti, poi sono arrivati buoni giocatori ma nessun finalizzatore era al suo livello”.
E ancora su Italiano: “Sì, ogni tanto va allo scontro, ma a me piace questo di lui, nel senso che quando vai allo scontro ne esce fuori qualcosa di meglio. Ma non porta rancore, ci si chiarisce e finisce lì. La critica a volte fa male, ma molte volte ti fa riflettere e ti fa pensare".
E ancora: “Chi ma ha lasciato di più come compagno? Ne dico due: Ibrahimovic e Ribery. Ma ho cercato di imparare qualcosa da tutti i miei compagni. Ho giocato con tanti campioni e penso che oltre alla tecnica la cosa più importante per un giocatore sia il carattere”.