Cronache dello pseudo regista, la lacuna che ha costantemente accompagnato la Fiorentina di Italiano. Ma Amrabat è l’esempio più lampante
Dal suo arrivo sulla panchina della Fiorentina, Vincenzo Italiano ha completamente cambiato il contesto tattico della squadra viola. Proponendo fin da subito uno stile di gioco aggressivo e improntato alla fase offensiva, il tecnico ha costruito e applicato al suo collettivo un’identità ben precisa. Nell’esperienza complessiva, al di là del rendimento altalenante (purtroppo in decrescita negli ultimi tempi), c’è sempre stato un ‘pezzo mancante’: il regista.
Per fare chiarezza, non si parla di un ruolo specifico, bensì dell’attitudine di un interprete: avere costantemente la manovra della squadra sotto controllo, dettare i tempi di gioco, trascinare i compagni con la propria qualità tecnica. Ecco, balza immediatamente all’occhio il fatto che l’attuale allenatore non abbia mai avuto la possibilità di usufruirne. Eppure la necessità di un regista è sempre stata piuttosto evidente, tanto da adattare i giocatori più simili a questa definizione o usare la carta dei ‘tuttofare’. E di tuttofare, a centrocampo, nell’era Italiano, ce n’è passato solo uno.
Non si spiegherebbe altrimenti il centrocampo della Fiorentina che, nella scorsa stagione, funzionava a meraviglia. Tra una mezzala mobile con senso del gol come Bonaventura e un distruttore di gioco tutto polmoni come Duncan, lo pseudo regista Torreira brillava. Un equilibrio raro e difficile da replicare con altri interpreti, possibile grazie alle doti dell’uruguaiano: un po’ interditore, un po’ piede educato, un po’ (tanta) personalità. Ma si sa, la storia cambia in fretta e questo è ciò che è accaduto. La società ha fatto la sua scelta tecnica, individuando in Amrabat il futuro del centrocampo viola. Con un equivoco tattico non da poco.
Per quanto il lavoro di Italiano con il marocchino sia evidente e da riconoscere, ‘Amrabat non è un regista’ è quasi un dogma. Eppure persiste il problema della lacuna in mezzo al campo, perché è complicatissimo trovare interpreti che possano vestire i panni di fulcro del gioco. Il pareggio contro la Lazio ha lasciato un interessante indizio, forse il migliore possibile visto il materiale a disposizione, ovvero Bonaventura a fianco del numero 34. Rimane, comunque, il dato di fatto alla radice: dopo oltre diciotto mesi (e fino a giugno sarà così), dopo averlo fatto lavorare per inventarselo, vedremo finalmente un regista per Italiano?
Per fare chiarezza, non si parla di un ruolo specifico, bensì dell’attitudine di un interprete: avere costantemente la manovra della squadra sotto controllo, dettare i tempi di gioco, trascinare i compagni con la propria qualità tecnica. Ecco, balza immediatamente all’occhio il fatto che l’attuale allenatore non abbia mai avuto la possibilità di usufruirne. Eppure la necessità di un regista è sempre stata piuttosto evidente, tanto da adattare i giocatori più simili a questa definizione o usare la carta dei ‘tuttofare’. E di tuttofare, a centrocampo, nell’era Italiano, ce n’è passato solo uno.
Non si spiegherebbe altrimenti il centrocampo della Fiorentina che, nella scorsa stagione, funzionava a meraviglia. Tra una mezzala mobile con senso del gol come Bonaventura e un distruttore di gioco tutto polmoni come Duncan, lo pseudo regista Torreira brillava. Un equilibrio raro e difficile da replicare con altri interpreti, possibile grazie alle doti dell’uruguaiano: un po’ interditore, un po’ piede educato, un po’ (tanta) personalità. Ma si sa, la storia cambia in fretta e questo è ciò che è accaduto. La società ha fatto la sua scelta tecnica, individuando in Amrabat il futuro del centrocampo viola. Con un equivoco tattico non da poco.
Per quanto il lavoro di Italiano con il marocchino sia evidente e da riconoscere, ‘Amrabat non è un regista’ è quasi un dogma. Eppure persiste il problema della lacuna in mezzo al campo, perché è complicatissimo trovare interpreti che possano vestire i panni di fulcro del gioco. Il pareggio contro la Lazio ha lasciato un interessante indizio, forse il migliore possibile visto il materiale a disposizione, ovvero Bonaventura a fianco del numero 34. Rimane, comunque, il dato di fatto alla radice: dopo oltre diciotto mesi (e fino a giugno sarà così), dopo averlo fatto lavorare per inventarselo, vedremo finalmente un regista per Italiano?
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