​​

In attesa delle parole di Prandelli, quel che sappiamo è che José Callejon non è ancora al top della condizione, complice un contagio da Covid arrivato proprio nel momento in cui lo spagnolo stava ingranando per ritrovare la condizione giusta. Il suo arrivo a mercato praticamente chiuso infatti non gli ha permesso di svolgere quella sorta di mini preparazione che ha caratterizzato i compagni e sicuramente l'ha costretto ad allenamenti in solitaria fino ad inizio ottobre. Il suo contratto con il Napoli infatti è scaduto il 31 agosto scorso e da lì in avanti l'esterno classe '87 non ha potuto far altro che allenarsi da solo, il che un po' stride con quanto affermato da Pradè in sala stampa: "Callejon l'avremmo preso comunque, a prescindere dalla partenza di Chiesa".

E qui sorge il grosso dubbio, legato a quanto si sarebbe potuto fare: se la Fiorentina avesse tesserato Callejon il 1 settembre, è verosimile credere che ad oggi, fine novembre, il problema condizione non sarebbe stato. E invece dopo la sua negativizzazione la convocazione è stata rimandata sia per la gara con il Benevento che per quella di Coppa Italia a Udine. Domani potrebbe arrivare invece il primo gettone ma di certo non da titolare, una situazione ben diversa da altri positivi che dopo il rientro sono tornati subito in campo. Inevitabile pensare che quel mese di attesa per il tesseramento di un Callejon svincolato sia stato un mese inesorabilmente perso, di cui Prandelli e la Fiorentina pagano ancora oggi le conseguenze.


💬 Commenti