Primo tempo da incubo: però non c’era modo di svegliarsi. Poi la rimonta, Kean che segna, De Gea che para, la vittoria in tasca. Quasi un sogno, dal quale, purtroppo, il gol del pari mi ha svegliato. Funziona ancora poco nella Fiorentina targata Palladino. Se gli avversari pressano con aggressività (come il Parma e gli ungheresi nel primo tempo) i viola vanno in tilt e commettono errori a ripetizione. 

Beltran si conferma incapace di fare il vice centravanti, quindi deve arrivare qualcuno dal mercato. In difesa si balla parecchio, pur contro avversari non di prima fascia. Il centrocampo verticalizza poco e ci sono troppi giocatori che portano a spasso il pallone anziché farlo correre. Forse perché non hanno idea di cosa farne. 

Palladino ha da lavorare, ma anche l’organico va supportato: manca quantità in alcuni ruoli e qualità, un po’ ovunque. Il ritorno non sarà una formalità e giocare in casa di Orban aggiunge inquietudine “politica” a quella calcistica.

De Gea – 6 – Esordio in maglia viola con due gol presi nei primi 11 minuti, credo sia un record. Esce fuori area e rischia di prendere gol. Una grande parata per dimostrare di essere ancora nei suoi cenci.

Kayode – 3 – Confeziona prima un rigore assurdo, poi dà il via all’azione del raddoppio dei magiari. Meriterebbe anche meno, ma siamo alle prime partite, un po’ di indulgenza. Irriconoscibile. Sostituito nell’intervallo.

Beltran – 4 – Una girata a fil di palo è tutto ciò che combina in 45 minuti, poi Palladino lo lascia negli spogliatoi.

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