Predicare malino, razzolare malissimo. Il ministro Abodi presenta: "La classica storia all'italiana"

Il tornado mediatico si è abbattuto nuovamente sui giocatori di calcio coinvolti nella vicenda scommesse. Da una settimana a questa parte quotidiani e siti di informazione, sportiva e non, hanno riacceso i riflettori su quanto accaduto ormai diversi anni fa con protagonisti alcuni calciatori (anche di Serie A), tra cui tra i più citati c'è Nicolò Fagioli, attualmente alla Fiorentina.
Rumba mediatica
E se molti, Fagioli compreso, hanno già pagato il proprio conto con la giustizia dopo gli errori commessi (LEGGI QUI IL MESSAGGIO DI FAGIOLI), c'è chi continua a cavalcare l'onda con polemiche e gossip. Perché certi dettagli non si possono di certo annoverare alla categoria “notizie”. Intervistine, intervistone, espertini ed espertoni. Hanno parlato praticamente tutti di questa storia dicendo la loro.
Parole dure
Tra questi e tra gli ultimi a farlo, anche il ministro per lo Sport e i Giovani (lo sottolineiamo: PER I GIOVANI) Andrea Abodi. In una recente intervista rilasciata a Il Messaggero il ministro si esprime così sulla vicenda: “Via dalla Nazionale chi ha scommesso. La maglia azzurra deve essere espressione del valore tecnico, ma anche del comportamento morale che deve addirittura precederlo. Non basta buttare la palla dentro. Se vieni meno a delle regole che sono esemplari, bisogna andare al di là della sanzione”.
La risposta al ministro
Un intervento duro, molto, che ha suscitato polemiche e reazioni. Tra queste anche quella di Paolo Jarre, terapista di Nicolò Fagioli. Jarre ha risposto per le rime, definendo “scandaloso che il ministro dello Sport Abodi faccia una reprimenda morale ai ragazzi sportivi professionisti che giocano d'azzardo e negli stessi giorni si faccia promotore dell'abolizione del sacrosanto divieto di pubblicità che era stato sancito dal decreto dignità del 2018”. Parole che spostano l'attenzione e il focus su come il Governo attuale voglia trattare il tema, in particolar modo in relazione al citato decreto Dignità.
Di cosa stiamo parlando?
A luglio 2018 il primo governo Conte, sostenuto da Movimento 5 stelle e Lega, ha vietato con l'articolo 9 del cosiddetto decreto Dignità “qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro” effettuata su qualunque mezzo di comunicazione e durante le manifestazioni sportive, artistiche o culturali. Un decreto che negli anni ha fatto storcere il naso ai più, visto che i modi per aggirarlo ci sono e continuano ad essere usati. Nel divieto non rientrano infatti le comunicazioni informative fornite dagli operatori di gioco legale nei siti e nei punti fisici come le quote, le possibili vincite e gli eventuali bonus, ma anche i servizi informativi di comparazione di quote o offerte commerciali dei diversi competitor. Senza contare gli “spazi quote” in tv o i siti che sponsorizzano il gioco d'azzardo ma registrati come siti di news o di intrattenimento, i quali possono essere pubblicizzati senza problemi (anche durante le partite). Vedi starcasino.sport di Star Casinò e pokerstarsnews.it della stessa azienda proprietaria del sito di poker online Pokerstars.
Cosa vuole fare il Governo?
La volontà del Governo, con il ministro Abodi in prima fila, è quella di modificare/abolire il decreto. Come? Nel 2022 in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera Abodi parlò di “rendere nuovamente legali pubblicità e sponsorizzazioni delle aziende del betting, anche per tutelare il gioco legale e responsabile", superando il divieto del decreto Dignità. Alla Gazzetta dello Sport, in un'intervista più recente, ha parlato così: “Io penso, nel rispetto di opinioni diverse, che vietare la pubblicità non aiuti, anche sul versante del contrasto alla piaga sociale della ludopatia”.
Ricapitolando
Il decreto non funziona ed è cosa nota. Serve modificarlo. Intanto però reinseriamo le pubblicità delle piattaforme di scommesse negli stadi, sulle maglie delle squadre. Ovunque. Bomba libera tutti, mentre il caos imperversa nel nostro campionato. Perché l'importante è che si abbia la coscienza pulita e che si giochi solo su piattaforme legali. Il resto conta poco e francamente ci rimane da capire come tutto questo possa aiutare il contrasto alla ludopatia. E chi sbaglia non potrà tornare indietro. “La vita mi ha dato una seconda chance” ha scritto Fagioli ieri nel suo lungo messaggio. No caro Nicolò, per il ministro Abodi non te la meriti. Per lui la Nazionale te la puoi scordare. Rialzarsi? No, rimani giù. Il diktat è questo. La chiosa finale del ministro nell'intervista rilasciata è la ciliegina: “Questi ragazzi devono conoscere la vita un po' meglio”. Siamo tutt'orecchi, ministro. Ci dica.