Benedetto Ferrara: "La storia tra Palladino e Pradè sembra quella del poliziotto buono e del poliziotto cattivo. Scossa all'ambiente, ma un sacco di dubbi"
Il giornalista Benedetto Ferrara è intervenuto a Radio Bruno Toscana per parlare delle ultime vicende in casa Fiorentina: “Quando un dirigente decide di agire pubblicamente e di dire queste cose, l’unica spiegazione è una scossa all’ambiente mettendo in piazza la squadra. Però è un modo anche di mettere un sacco di dubbi. Viene sempre usata la parola ‘lavoro’, ma cosa devo pensare? Che dalle parole di Pradè non si allenavano bene? C’è un poliziotto buono, che l’ha fatto l’allenatore, e il poliziotto cattivo”.
“Sono arrivati segnali, altrimenti devo pensare che…”
E aggiunge: “In sostanza, è stato consapevolmente usato il bastone e non la carota. Vuol dire che sono arrivati segnali, è stato fatto qualcosa per riattivare una forte motivazione. Altrimenti devo pensare che questa squadra pensava di essere fatta da soli fenomeni e che improvvisamente ha perso tutta l’umiltà”.
“Beltran è un caso, perché non sai dove metterlo. Serve lavoro d'intensità”
Su Beltran: “Sta diventando un caso. Prima centravanti, poi trequartista, poi quasi mezzala. Il ragazzo è giovane, quindi i ruoli possono essere non fissati, però lo vedo un po’ leggerino per agire da centrocampista. Più che la posizione in campo, ne va definita l’identità. Ma per tutta la squadra, che ha smarrito il suo spirito. La cosa buona è che la classifica non è deprimente, grazie ai punti messi in banca. Ma la situazione porta a delle domande e l’unica spiegazione dell’identità persa non può essere quanto successo a Bove”.