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Va bene l’arrivo in ritardo (non giustificato, ma non per colpa sua), va bene il Covid e le settimane perse per negativizzarsi e poi la miglior condizione da recuperare. E’ quasi un mese però che José Callejon si allena con i compagni e che più o meno regolarmente scende in campo. Nelle ultime due uscite per la verità solo per una mezz’ora, mentre da titolare con Prandelli era partito con Milan e Genoa. Di mezzo c’è anche un sistema di gioco mutato un numero indefinito di volte ed una squadra che sembra non familiarizzare con nessuno di essi. Alla fine si è tornati al vecchio 3-5-2 di Iachiniana memoria, in cui Callejon è totalmente inutile perché da quinto non può certo giocare, anche per questioni di età mentre l’ala non è prevista. Ieri invece con il Verona, lo spagnolo ha avuto anche l’occasione valida per sbloccarsi quando su cross basso di Vlahovic poteva inserirsi per deviare sotto misura. Una situazione simile a quelle vissute a Napoli, dove arrivava spesso all’appuntamento col pallone sul secondo palo. Ma anche lì il ritardo, quello nel tempismo, si è messo di mezzo, favorendo l’anticipo del difensore.


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