Da esubero a jolly per l’intero attacco. L’ibrido Kouamé, l’impensabile (ri)scoperta della Fiorentina
In un periodo di enorme difficoltà in fase offensiva, la Fiorentina rispolvera un ragazzo finito presto nel dimenticatoio, ma che sta diventando a tutti gli effetti l’arma in più dell’attacco viola. Dopo una stagione molto deludente e l’anno in ‘erasmus’ in Belgio, Christian Kouamé è tornato a Firenze senza attirare alcuna aspettativa dai più. Il ritiro di Moena ha affievolito l’ipotesi di una sua cessione immediata e ha convinto Vincenzo Italiano a concedergli un posto.
Sarà che il mister con le seconde linee ci sa fare eccome (vedi le nuove vite di Duncan e Saponara l’anno scorso), sarà che il classe ‘97 non ha mai effettivamente espresso tutto il suo potenziale in maglia viola, eppure Kouamé è presto diventato un valore aggiunto. Per far scoccare la prima scintilla, è bastato l’esordio contro la Cremonese, dove il ‘solito’ Italiano ha spiazzato tutti con la scelta di schierare il numero 99 dal primo minuto come esterno. E ha avuto ragione.
Da qui, sopraggiunge un problema: il ragazzo vuole giocare. E quindi, indirettamente, andare via per trovare spazio. Ma dal momento in cui la Fiorentina gli garantisce il posto che si è guadagnato, si continua insieme. Poi arriva la Juventus al Franchi e Kouamé trova addirittura il gol che in quel momento, alla squadra, mancava da oltre 400 minuti. Infine l’ultima sorpresa, ovvero il match contro il Verona giocato da punta centrale. Rigorosamente senza sfigurare, anzi…
Al suo spicco, contribuisce nettamente il periodo di carestia per quanto riguarda l’attacco: oltre all’infortunio di Gonzalez e a un Cabral indecifrabile, l’unica risorsa aggiunta al reparto (Jovic) non ingrana. E allora spazio alle seconde linee rigenerate, con caratteristiche uniche. Kouamé ha nelle corde l’attacco della profondità, abbinato a una rapidità letale e a un’imprevedibilità che lo rende piuttosto pericoloso per le difese avversarie. Bravo, anche, a saper creare spazi per i compagni con le sue giocate: le reti di Bonaventura contro la Cremonese e di Ikoné contro il Verona, dove l’ivoriano fa il lavoro ‘sporco’ portando via l’uomo o realizzando il passaggio chiave, sono perfetti esempi.
Pensandoci bene, è una razionale evoluzione del corso degli eventi, ma chi l’avrebbe mai detto (o pensato) che Kouamé sarebbe arrivato a tale livello d’importanza nella Fiorentina. Inizialmente impensabile, oggi fattuale: il ragazzo è anche più di un’alternativa. Risorsa per il futuro? Chissà, i presupposti ci sono tutti.
Sarà che il mister con le seconde linee ci sa fare eccome (vedi le nuove vite di Duncan e Saponara l’anno scorso), sarà che il classe ‘97 non ha mai effettivamente espresso tutto il suo potenziale in maglia viola, eppure Kouamé è presto diventato un valore aggiunto. Per far scoccare la prima scintilla, è bastato l’esordio contro la Cremonese, dove il ‘solito’ Italiano ha spiazzato tutti con la scelta di schierare il numero 99 dal primo minuto come esterno. E ha avuto ragione.
Da qui, sopraggiunge un problema: il ragazzo vuole giocare. E quindi, indirettamente, andare via per trovare spazio. Ma dal momento in cui la Fiorentina gli garantisce il posto che si è guadagnato, si continua insieme. Poi arriva la Juventus al Franchi e Kouamé trova addirittura il gol che in quel momento, alla squadra, mancava da oltre 400 minuti. Infine l’ultima sorpresa, ovvero il match contro il Verona giocato da punta centrale. Rigorosamente senza sfigurare, anzi…
Al suo spicco, contribuisce nettamente il periodo di carestia per quanto riguarda l’attacco: oltre all’infortunio di Gonzalez e a un Cabral indecifrabile, l’unica risorsa aggiunta al reparto (Jovic) non ingrana. E allora spazio alle seconde linee rigenerate, con caratteristiche uniche. Kouamé ha nelle corde l’attacco della profondità, abbinato a una rapidità letale e a un’imprevedibilità che lo rende piuttosto pericoloso per le difese avversarie. Bravo, anche, a saper creare spazi per i compagni con le sue giocate: le reti di Bonaventura contro la Cremonese e di Ikoné contro il Verona, dove l’ivoriano fa il lavoro ‘sporco’ portando via l’uomo o realizzando il passaggio chiave, sono perfetti esempi.
Pensandoci bene, è una razionale evoluzione del corso degli eventi, ma chi l’avrebbe mai detto (o pensato) che Kouamé sarebbe arrivato a tale livello d’importanza nella Fiorentina. Inizialmente impensabile, oggi fattuale: il ragazzo è anche più di un’alternativa. Risorsa per il futuro? Chissà, i presupposti ci sono tutti.
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