Benedetto Ferrara: "De Gea si è tolto l'etichetta da ex di dosso, per Martinelli lavorare con lui è come fare un master ad Harvard"
Nella sua rubrica Rock & Gol su La Nazione, Benedetto Ferrara parla dei nuovi beniamini viola, tutti rilucenti nell'ultima gara contro il Milan:
"Quindi arriva il tempo anche per sezionare un gruppo all’interno del quale ognuno sceglierà il suo eroe, che sia super oppure più di nicchia. Non ci sono dubbi sul fatto che il protagonista della vittoria sul Milan sia stato un portiere capace di tutto, un ex campione deciso a togliersi quell’ex di dosso per dimostrare ancora il suo valore. I dubbi c’erano, inutile nasconderlo, e facevano parte del gioco. De Gea ha dimostrato che i riflessi sono ancora quelli e, soprattutto, che quando il carisma è ancora solido quello tona in campo con te appena lo decidi. A questa Fiorentina, nei giorni più confusi, mancava un leader difensivo. Lui, oltre i rigori parati, adesso è questo, e non è un caso che si pensi a consegnargli la fascia di capitano.
Ma la grande scommessa di Pradè è multipla, perché dare la possibilità a Martinelli di allenarsi con un portiere di livello internazionale significa regalare a un ragazzo un master ad Harvard.
Poi c'è Adli. E non solo per un gol d’autore. Da quanto tempo non vedevamo un centrocampista così? Uno che lì in mezzo mette piedi e forforo per dare idee alla squadra. Il ragazzo può farci svoltare lì nel mezzo, le potenzialità ci sono tutte.
Adesso che il primo passo è fatto c’è solo da crescere, imparando a fare punti anche con squadre che non ti lasciano giocare. Intanto ognuno può scegliere il suo eroe: grande, piccolo, chiunque esso sia".