​​

Per la Fiorentina non è un momento storico semplice. Si è da poco conclusa un’annata travolgente e piena di emozioni, come non accadeva da parecchio tempo, ma dall’epilogo terribilmente amaro. La sconfitta di Praga non sarà facile da digerire, per il club e per i tifosi, che vedono il digiuno da trofei prolungarsi ancora. Lo sconforto non se ne va, eppure è già il momento di pensare al futuro e alla prossima stagione. La prima base, intanto, è già stata piazzata.

Sono servite neanche 72 ore dopo il fischio finale di Fiorentina-West Ham per confermare Vincenzo Italiano sulla panchina viola e soprattutto per troncare nell’immediato eventuali interessamenti esterni, Napoli su tutti. Un segnale atteso e preventivato, ma più che mai significativo: la Fiorentina riparte dalla sua certezza più importante. Un allenatore il cui operato ha superato ogni aspettativa, bilanciando le sue potenzialità con i mezzi che aveva a disposizione.

Perdere due finali nella stessa stagione, oltre a essere tremendamente da Fiorentina e per pochi altri, fa molto male. Il dolore del momento, poi, è accompagnato da un futuro con le ali tarpate: non vincere ha significato non confermare l’Europa e spezzare la continuità del ciclo attuale, nonostante il pathos lasciato sul campo che non sarà dimenticato. In ragione di questi fattori, a smorzare il sentimento di resa deve pensarci la rabbia, deve vincere la voglia di provarci di nuovo: in una parola, ambizione. Il che non corrisponde a cifre inaccessibili o mostruose, non si misura da un calciomercato faraonico.

Per far ripartire il progetto Fiorentina, oltre a capacità di programmazione e idee chiare, occorre un impegno collettivo. Per quanto riguarda la società, ovviamente, significa mettersi a disposizione dell’allenatore, ascoltando le sue esigenze; al tempo stesso, anche a Italiano sono richieste chiarezza e volontà di farsi sentire, senza accontentarsi sempre di quanto passa in convento.

Questi mesi misureranno la reale fame della Fiorentina, sperando che l’averci provato dopo due finali perse non basti a saziare l’ambiente, anzi, serva da carburante per farsi sotto con ancor più grinta e spirito di gruppo. Un 2023 così speciale, come tante volte è stato definito, non può esser lasciato lì come ricordo per tornare all’anonimato precedente. Dei bei mesi appena trascorsi, oltre ai sogni infranti, rimangono le emozioni provate; vietato applicarle al singolo momento storico, senza pensare di trascinarle con sé anche in futuro.

Commisso a tuttotondo, fra campo e costruzione della squadra: "Sappiamo dove intervenire, Italiano può fare la storia di Firenze"
Nel giorno dopo della conferenza stampa del patron viola Rocco Commisso è tempo di fare qualche riassunto delle frasi p...

💬 Commenti (9)