Polverosi: "C'è un punto che accomuna Palladino e Gasperini ma quei 26 anni stabiliscono una differenza netta. Il tecnico viola deve qualcosa al suo collega perché..."
Raffaele Palladino e Gian Piero Gasperini si sono incrociati più volte nel corso della loro vita professionale. Gasp ha fatto crescere l'allora attaccante quando era nelle giovanili della Juventus, ed è stato anche una fonte di ispirazione quando lo stesso Palladino si è ritrovato a fare l'allenatore.
“I 26 anni di differenza che segnano un solco”
Ma l'attuale tecnico della Fiorentina e quello dell'Atalanta si assomigliano? “Quei 26 anni stabiliscono anche una differenza netta in panchina - scrive stamani in merito il giornalista Alberto Polverosi sul Corriere dello Sport-Stadio - un’esperienza che per il giovane Raffaele si potrà colmare solo nel finale della carriera. Può essere banale la storia dell’allievo e del maestro, ma è questa. Il punto che li accomuna di più è il modulo, ora tutt’e due sono orientati sul 3-4-2-1”.
“Bilancio terribile, ma Palladino a Gasp deve qualcosa…”
E poi: “Anche se il bilancio fra i due è terribile per Palladino (tre sfide da tecnico del Monza con l’Atalanta, tre sconfitte, 9 gol subiti, 3 segnati), Raffaele deve qualcosa a Gasp: vincendo a Monza (era la quinta sconfitta nelle prime 5 giornate dei brianzoli al debutto in A) fu l’Atalanta a spingere Galliani a licenziare Stroppa…e, con una delle sue intuizioni, a consegnare la squadra al giovane allenatore della Primavera. I risultati si sono visti”.