Le buone impressioni date da Italiano cozzano con un mercato (ad oggi) senza criterio. Il rischio di un'altra stagione all'insegna delle incongruenze
Fin dal suo arrivo Vincenzo Italiano si è distinto per una spiccata personalità. Le sue urla e la sua grinta in quel di Moena non sono passate inosservate a giornalisti e tifosi della Fiorentina, tanto da far gridare al "era l'ora!" dopo due anni di atroci sofferenze. Italiano però non è solo questo, ma anche intelligenza calcistica e idee di gioco ben precise. Ma a fronte di un allenatore che davvero potrebbe riservare delle sorprese, c'è una squadra che invece continua a non convincere.
Perché se il promettente Montella nel 2012 poté contare su una campagna acquisti su misura, con giocatori perfettamente adatti al suo stile di gioco, lo stesso per ora non si può dire di Italiano. L'ex tecnico dello Spezia sta facendo con quel che ha, adattandosi al materiale a disposizione e cercando quantomeno di infondere nei giocatori la sua mentalità. Il mercato è ancora lungo e i colpi arriveranno, ma è normale che ci sia un po' di apprensione nell'ambiente.
D'altronde se è vero che un allenatore bravo può fare la differenza, è vero anche che in campo ci vanno i giocatori e che non sempre succede di realizzare uno splendido dipinto con colori scelti a caso. Fuor di metafora, Italiano potrà far bene ma se la squadra non verrà costruita secondo un preciso criterio (il suo, possibilmente) esisterà sempre un limite oltre il quale sarà difficile se non impossibile andare. Un limite che Firenze, dopo tre anni lontani dalla sua storia calcistica, vorrebbe abbattere una volta per tutte.