Bonaventura: "Speravo nella convocazione ma non me l'aspettavo. Ho lasciato il Milan con grandi motivazioni e Firenze si è rivelata la piazza ideale per me"
Il centrocampista viola Giacomo Bonaventura, sempre dalla conferenza stampa in programma a Coverciano, ha parlato anche di alcuni aspetti personali: dalla “paura” di non rivedere la maglia azzurra al personale rapporto instaurato a Firenze con Vincenzo Italiano. Questo un estratto:
”Perché non pensare all’Europeo? Tutto alla fine parte da ciò che si fa nel club. Ci speravo in questa convocazione, ma me l'aspettavo no. Sapevo che il gioco del mister è simile a quello che. Se ho temuto di non tornare più in Nazionale? Ho temuto no, però ho pensato di non tornare più. Ho visto che negli ultimi anni sono stati chiamati tanti ragazzi molto giovani e credevo per me non ci fosse più posto. Ma se uno ha un rendimento alto e gioca bene, deve stare in Nazionale, qui devono giocare i migliori e quindi spero di continuare così e di restare quindi in Nazionale".
Il centrocampista ha poi parlato di quello che gli ha trasmesso Italiano alla Fiorentina: ”Rimpianti non ne ho, tutte le difficoltà nel percorso mi hanno permesso di essere il giocatore che sono oggi. Rimpianti no. Ho fatto tanti ruoli e questo mi ha fatto vedere il calcio da tante angolazioni, ho imparato tanto a livello di gioco. E' chiaro però che se uno gioca sempre nella stessa posizione può essere avvantaggiato in certe situazioni. Italiano mi ha dato la fiducia di cui avevo bisogno per tornare a essere un giocatore importante. Ho lasciato il Milan con grande motivazione, sapevo che la nuova esperienza sarebbe stata bella perché avevo ancora tanta voglia di fare e dimostrare. Poi è arrivata la Fiorentina che in questi anni ha continuato a crescere e s'è rivelata per me la piazza ideale per proseguire la mia carriera".
Ha poi concluso: "Ora sto pensando a giocare, ti porta via tante energie mentali e fisiche e non penso ad altro. Cerco di imparare da tutti gli allenatori che ho avuto, ma ora sono concentrato solo sul gioco. Una dedica speciale per questa convocazione? La dedica è a mio padre che un anno fa ci ha lasciato, era molto orgoglioso quando mi vedeva giocare con la Nazionale. Italiano è un allenatore molto giovane e già sta facendo molto bene in Serie A, ha margini di crescita ancora incredibili e sono contento per lui. Vedo la passione che ci mette, quello che dà e come lavora. Può ancora migliorare e crescere".