Uno sguardo al Sassuolo: non c’è solo il tridente delle meraviglie. Tutte le insidie (e le difficoltà) che nasconde il prossimo avversario della Fiorentina
Si avvicina il match di campionato a Reggio Emilia contro il Sassuolo, un avversario sicuramente gasato dalla vittoria a San Siro sull’Inter. La Fiorentina di Vincenzo Italiano, d’altra parte, ci arriva forte di aver battuto un’altra big del campionato e soprattutto con un entusiasmo ritrovato dopo che la classifica la piazza in una posizione europea. La formazione di Dionisi però quest’anno possiede quella caratteristica di mettere in difficoltà le squadre che le stanno davanti in classifica, come era già successo all’andata a Firenze.
Le maggiori insidie nella squadra neroverde si riscontrano soprattutto in attacco dove il trio Raspadori-Berardi-Scamacca costituisce uno dei tridenti più forti d’Italia e non solo. La quantità di reti segnate è impressionante, il che rende quella di Dionisi una delle formazioni più pericolose dell’intero campionato. D’altro canto, c’è da rilevare che il Sassuolo gioca nettamente meglio in trasferta, dove conta anche i risultati più pesanti (ne sanno qualcosa Juventus, Milan e appunto l’Inter). Oltre al tridente delle meraviglie, che affronterà l’inedita coppia difensiva Quarta-Igor (vista l’assenza di Milenkovic), gli emiliani sono lodevoli anche a centrocampo. La rivelazione del campionato Frattesi si era già distinto all’andata al Franchi con gol + assist, mentre Maxime Lopez assicura palleggio a una squadra che fa del possesso palla la sua prerogativa. Inoltre, nelle ultime uscite si è rivisto Junior Traorè (il quasi-ex Fiorentina) che si è messo in mostra agli occhi di Dionisi con delle giocate da capogiro.
Fortunatamente, una squadra così a trazione anteriore ha una pecca. La difesa. In questo il Sassuolo rispecchia un po’ la Fiorentina di Italiano: anche Dionisi punta sempre a fare un gol in più degli avversari. Per questo motivo, il punto debole nella formazione speculare del 4-3-3 potrebbe essere proprio la retroguardia. Muldur e Kyriakopoluos spingono tanto, ma altrettanto ripiegano pochissimo, lasciando così spesso Chiriches -che non sempre è il più attento dei centrali- e Ferrari (che torna dalla squalifica) soli a contrastare.