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Nella seconda sosta per le nazionali della stagione, la Fiorentina arriva da un’ottima vittoria contro il Milan che riscatta un inizio fatto di insicurezze. Per parlare di questo avvio di stagione e degli obiettivi della squadra viola, Fiorentinanews.com ha contattato in esclusiva il procuratore e intermediario Costantino Nicoletti.

Partiamo da questo inizio di stagione della Fiorentina e dalla bella risposta contro il Milan. È rimasto convinto dalle prime uscite?

“Intanto ci sono nove undicesimi del tutto nuovi rispetto alla passata stagione, considerando anche Comuzzo come nuovo. Questo è il primo segnale forte di una rivoluzione massiccia, che dopo cinque anni andava fatta. Poi questa Fiorentina ha dei punti fermi. Finalmente, dopo Toldo e Frey, abbiamo un fenomeno in porta. La storia ci racconta chi è De Gea e, soprattutto, una figura così trasmette sicurezza a tutto il gruppo, riuscendo a nascondere qualche lacuna, e incute timore agli avversari. Emblematico anche il gol di Gudmundsson, ci ricorda che il calcio è una cosa semplice: rinvio del portiere, sponda dell’attaccante, capolavoro dell’islandese. Da considerare anche l’importanza dei centrocampisti, aggiungono carattere e qualità con pure qualche gol”.

La figura del numero 10 è cambiata molto rispetto agli anni scorsi, per caratteristiche. In confronto a Gonzalez, Gudmundsson aggiunge qualcosa in più?

“Guarda caso, domenica sera chi c’era in tribuna? (Mutu, ndr). C’è stato un vero e proprio passaggio di testimoni domenica scorsa. Nell’ultimo quindicennio questa maglia prestigiosa è stata indossata un po’ da chiunque, oggi invece c’è un 10 che merita di portarla. La incarna a trecentosessanta gradi. L’assoluzione, poi, aiuterà il giocatore soprattutto sul piano mentale. Finora si avvertiva un filo di tensione e un po’ di tendenza a strafare. Che mantenga questa garra, ma la notizia lo aiuta a stare più libero. Ed è comunque partito bene, ha trasformato lo stress della situazione e dell’infortunio in energia assolutamente positiva”.

Abbiamo citato Gudmundsson e De Gea, ma ci sono anche Kean, Gosens… Sembra una Fiorentina con singoli di livello più alto, capaci di trascinare la squadra. Che ne pensa?

“Ti dirò, analizzando le varie rose precedenti resta comunque un po’ di equilibrio, ci sono reparti migliorati e reparti peggiorati. Ad esempio, ho visto Chelsea-Nottingham Forest e il migliore in campo è stato Milenkovic. Ribadisco che non rimpiango mai chi va via, non sono vedovo di nessuno tranne Baggio, Batistuta e Rui Costa, ma la qualità del giocatore non si discute. L’addio ha un perché, magari andava motivato maggiormente e sono tante le concause. Detto questo, con questa rosa l’obiettivo è uno solo: migliorare l’ultimo posizionamento in campionato”.

Quindi per lei si può puntare all’Europa League?

“Beh, migliorare significa arrivare tra le prime sei. Se la Fiorentina registra bene la difesa, magari assistendo a un processo di crescita rapido di Moreno e a un ottimo impatto di Valentini, ha fatto bingo. Negli altri ruoli hai l’imbarazzo della scelta e tanta qualità. Suddivido il campionato in quattro fasce e te lotti sotto la zona Champions League, con le due romane, l’Atalanta e il Milan. Conference? Ho sempre pensato che qualunque italiana vi partecipi, arriva di default in semifinale. Ci sono solo tre squadre quest’anno: il Chelsea, il Real Betis e la Fiorentina. Sarebbe bene evitare gli inglesi… ma questa coppa ti fa comunque guadagnare esperienza internazionale. Soprattutto dà visibilità a chi trova meno spazio in campionato, che poi però deve dare il massimo, non come contro i The New Saints”.


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