Un messaggio semplice e chiaro per dirigenti e allenatore. I due elementi indispensabili da reperire sul mercato. Che bravo Palladino anche a livello umano
La Fiorentina centra il passaggio del turno, chiudendo la prima fase di Conference League al terzo posto su 36 squadre, accedendo di diritto agli ottavi di finale senza bisogno dei play-off (che era la cosa più importante!).
Il futuro prossimo gigliato in Conference League
A fine febbraio verrà sorteggiato il tabellone e capiremo se la Viola potrà incontrare il Chelsea (il vero spauracchio della competizione) in un’eventuale semifinale o solo in una potenziale finale.
E qui ci si divide tra chi, in maggioranza, spera di incontrare gli inglesi solo alla fine del percorso europeo e altri che, magari, non riuscirebbero a sopportare la terza finale persa in tre anni, e che preferirebbero, quindi, capire prima se siamo in grado o meno di sconfiggere la squadra londinese.
Babbo Natale e la Befana in chiave mercato per la Fiorentina
Insomma, tolta la sfortunata parentesi di Coppa Italia, possiamo considerare assolutamente positivo il percorso dei viola in Campionato ed Europa, con un messaggio, però, chiaro per dirigenti ed allenatore.
Qual è questo messaggio? Semplice, che, se vogliamo continuare a fare rotazione quasi integrale in coppa, per non perdere brillantezza in Serie A, servirà qualche innesto importante a gennaio. Dove? Auspichiamo che arriveranno un giocatore che possa fungere da alternativa a Kean (Beltran e Kouame non sono assolutamente delle prime punte) ed un calciatore che vada a sostituire Bove. Difficilmente sarà duttile, poliedrico ed eclettico come il giovane proveniente dalla Roma, ma confidiamo che dopo l’ottimo mercato estivo si possa continuare ad operare nella stessa direzione.
Il resto del calciomercato invernale dipenderà dalle uscite e cioè da quei giocatori, magari fin qui impiegati meno (vedi Biraghi), che chiederanno di lasciare la Fiorentina. Solo se non avranno alternative in rosa, saranno sostituiti anch’essi.
Le buone abitudini di Palladino
Chiosa su un aspetto che vorrei tanto sottolineare. L’umiltà e l’intelligenza di Palladino nel suo rapporto con la squadra. Quando le cose vanno bene il merito è dei ragazzi, quando si commettono degli errori la responsabilità è sua e del suo staff. Anche ieri sera lo ha rammentato a stampa e tifosi.
Un atteggiamento non molto comune nel calcio di oggi, dove spesso gli allenatori vivono di autocelebrazioni e si lasciano andare ad espressioni ed esclamazioni ineleganti. Bravo Palladino, anche in questo!