Questione portieri? Caro Palladino, nessuno vuole ricamarci sopra. Solo che, a volte, la strada più semplice è anche quella giusta. E se domani gioca De Gea...

“Non dico chi gioca domani perché sul tema del portiere ci avete ricamato troppo”. Parole di Raffaele Palladino, nella conferenza stampa di vigilia del ritorno degli ottavi di Conference League contro il Panathinaikos. No, caro mister, non si tratta di ricamare. Si tratta solo di sostenere una tesi semplicissima: se hai in rosa il portiere più forte del campionato, non lo puoi tenere in panchina in una partita decisiva. Non c'è promessa, equilibrio, grande uomo che tenga.
Terracciano è stato una grande risorsa, ma adesso…
Terracciano, lo abbiamo scritto fino alla noia, è stato una grande risorsa per la Fiorentina. Nei limiti delle sue possibilità, quelle di un buon portiere e nulla più, ha rimediato agli errori che la società aveva commesso sul mercato acquistando Gollini e Christensen con l'intenzione di farne i nuovi titolari. Quest'anno però, con De Gea, la storia è completamente cambiata.
Il ruolo del portiere ha delle regole precise
Il ruolo del portiere non ammette interpretazioni: c'è un primo e c'è un secondo. Il secondo gioca quando il primo non è disponibile, a meno che i due non siano sullo stesso livello e allora, talvolta, è ammessa anche l'alternanza. Ma non è questo il caso della Fiorentina. Succede poi che, nel nome di fantomatiche parole date ed equilibri da mantenere (il che fa molto ridere se si pensa a quanto guadagna un calciatore), Terracciano va in campo e sbaglia, venendo attaccato per colpe che poi alla fine non sono neanche sue.
Ma se gioca De Gea, come ne esce Palladino?
Succede che, a domanda su chi giocherà la gara di ritorno, Palladino non vuole rispondere. E sa tanto di ammissione che domani, nella sfida da dentro o fuori contro il Panathinaikos, tra i pali ci sarà De Gea. Se fosse così, come ne uscirebbe Palladino a livello di immagine e credibilità? Forse, alla fine, ad Atene conveniva fare la cosa più semplice.