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Primo piano di Vincenzo Italiano. Foto: Fanfani/Fiorentinanews.com
Primo piano di Vincenzo Italiano. Foto: Fanfani/Fiorentinanews.com

Non sono certo cinque partite a stabilire i precisi connotati di una squadra, ma la terza Fiorentina di Vincenzo Italiano ha lasciato qualche indizio sin dalle prime prove. Andando dai quattro gol fatti a ‘Marassi’ ai quattro subiti a ‘San Siro’, i primi sprazzi di questa squadra riportano sul banco alcuni concetti trattati nella prima stagione del tecnico viola.

Il mercato era già stato chiaro: è in atto un ‘ritorno al passato’ per la Fiorentina del futuro. È tornato il regista come vertice basso del centrocampo, in un 4-3-3 che in questi due anni ha formato un ibrido col 4-2-3-1, ma è sempre Arthur a sganciarsi per ricevere palla e dettare i tempi di gioco. Tutto un altro paio di maniche rispetto ad Amrabat, molto più simile a Torreira ma forse ancora più puro, come play.

I barlumi della vittoria di Genova raccontano di una squadra brillante e compatta in fase offensiva. In effetti, quando il campo lo permette, la Fiorentina cavalca l'onda con azioni veloci e aggredisce l'area avversaria. La rapidità della manovra, tuttavia, è da compensare con la ricerca di un maggiore equilibrio, che permetterebbe di chiudere le azioni create, ma soprattutto di garantire copertura quando gli altri ripartono.

Ebbene, per ora l'equilibrio non è presente nella lista dei punti di forza della Viola. Non tanto a livello di composizione della rosa (anche), quanto nel suo stare in campo. I vari reparti faticano a legare il gioco; onnipresente il lavoro sulle fasce e il classico dialogo terzino-esterno, ma le soluzioni alternative sono veramente poche, specialmente se cercate per vie centrali e in situazioni di difficoltà. Tra i fattori principali, emerge un centrocampo senza filtro; Arthur ha aggiunto qualità, ma manca l'elemento che corra per lui pronto a recuperare palloni e a occuparsi del lavoro sporco.

Tornare a qualche concetto di due anni fa rappresenta un passo indietro? Non proprio, semmai tutt'altro. Italiano ha sentito la forte esigenza di rispolverare un sistema di gioco a lui molto più congeniale, soprattutto in mezzo al campo. Tutto ciò, assieme al mercato, porta inevitabilmente la Fiorentina verso una crescente esposizione al rischio e agli eccessi. Una montagna russa più pronta che mai ai saliscendi.


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