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Arrivato con tanta curiosità in estate dall'Argentina, la stagione di Matias Moreno è stata tutto fuorché sopra le righe. Il classe 2003 di Cordoba non ha mai accesso l'interesse dei più, rimanendo confinato in un angolino in attesa delle partite di Conference e, talvolta, cercando di approfittare di qualche infortunio in qua e in là. Con la cessione di Kayode a gennaio, poi, è stato “eletto” a riserva di Dodo, andando però a ricoprire un ruolo che non è il suo. Anzi…

Fuori posizione e rispolverato solo per la Conference, una stagione da oggetto misterioso

L'ex Belgrano non ha proprio la gamba per fare tutta la fascia. Le (poche) volte che Palladino lo ha impiegato è risultato innocuo e tatticamente fuori posizione. Ma anche da centrale non sono mancati svarioni da matita rossa. E' ancora negli occhi di tutti il grossolano errore che spianò la strada alla vittoria del Napoli a Firenze. Ma d'altronde, quanto si può riuscire a dimostrare in poco più di 500 minuti giocati? E soprattutto, sfidando i “temibilissimi” avversari della Conference League? La colpa - se si vuol trovare per forza un responsabile - non è tutta sua.

Moreno
Matias Moreno, difensore argentino della Fiorentina (foto: Vicario/Fiorentinanews.com)

 Una rete - annullata per fuorigioco - ad Atene e pochi altri guizzi degni di nota nel suo primo anno in Italia. O meglio, nella sua prima stagione fuori dal Sudamerica. Tantissimi argentini - non scordiamoci di Martinez Quarta - hanno avuto bisogno di tempo, prima di abituarsi al calcio europeo. Tuttavia, se nel caso del Chino le potenzialità si scorgevano sin dall'inizio, per Moreno è difficile ammettere la stessa cosa. 

Un investimento considerevole, ma in estate toccherà a Palladino lavorarci su 

Un difensore sicuramente prestante: 193 cm x 81 kg di muscoli e struttura. Non è ancora arrivato a 50 gare ufficiali in tutte le competizioni tra i professionisti, ma Pradè ci ha creduto molto in lui. Tanto da sborsare 5 milioni di euro al Belgrano per battere la concorrenza. Dovessimo elencare tutte le qualità del giocatore, però, basterebbero una manciata di secondi. Palladino non lo vede tanto, specie ormai che è diventato il tappabuchi di Dodo: se il brasiliano ha bisogno di ossigeno o se c'è una moria improvvisa di centrali, ecco che rispunta. 

In questo momento, Moreno non possiede le qualità per proporsi da titolare: già viene “sacrificato” Comuzzo, figuriamoci dover trovare spazio per un altro brindellone alla Pablo Marì. Se la sua presenza, comunque, dovesse essere confermata in estate, Palladino avrà tanto tempo per lavorarci sopra in ritiro. Ma la chiave di lettura sul suo profilo resta la stessa. Non seguire le “orme” della moltitudine di difensori argentini che, al primo anno di difficoltà e scarsi impieghi in campo, rinunciano del tutto e fanno rientro alla base in Sudamerica. 

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