Perché è stato meglio aver messo una toppa piuttosto che fare un'altra rivoluzione. Commisso ha ragione, oggi sarebbe stato assurdo
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Meglio che sia andata così. Perché al di là dei pensieri di tante persone e tanti tifosi, sempre concentrati sul mandare via, sul cambiare tutto, sull’antipatia, è meglio che Palladino abbia vinto, che la Fiorentina abbia superato, sia pur a fatica, il Lecce e sia ancora lì in classifica.
Arriva un momento, e a Firenze accade spesso, dove si ha inconsciamente più voglia di mandare tutto a rotoli invece che raddrizzare la situazione. Di vedere cadere chi abbiamo davanti, tra l’altro sempre la ruota più debole del carro, mai un proprietario, un dirigente, mai chi decide veramente.
Una buona fetta di tifoseria viola, contro il Lecce, sperava di non vincere per mandare via l’allenatore, fatti già visti e rivisti nella città dei Guelfi e dei Ghibellini ma dove, soprattutto, si tende a farsi venire a noia tutto in tempi rapidissimi. Anche un allenatore che al momento è in una posizione di classifica dove i viola non erano mai stati negli ultimi cinque anni.
Diritto di sbagliare
Facendo giocare meno bene la squadra rispetto ad altri? Probabilmente sì, ma chi se ne frega. Allenatore giovane, scelto proprio per questo, e che quindi ha diritto di sbagliare (ed errori ne sta facendo tanti, almeno quante le cose buone), di inciampare. Forse in pochi ricordano gli esoneri di Conte o di Allegri, per fare nomi di tecnici big, ad inizio carriera.
Se si sceglie un tecnico giovane si sa tutto questo, si mette in preventivo. Anche perché occorrerebbe guardare all’alternativa: chi sarebbe arrivato al posto di Palladino? Si sarebbe cambiato tanto per cambiare o si sarebbe cercato eventualmente di migliorare? Siamo sicuri ad esempio che Tudor sia più forte e completo di lui? E poi basta parlare di Sarri, lui verrebbe ma la Fiorentina non lo vuole. Se un giorno si deciderà di cambiare Palladino allora davvero sarà il caso di investire finalmente su un tecnico big, forte e pronto subito.
Meglio la toppa della rivoluzione (almeno ora)
Oggi, avanti così, sperando che questo calendario difficilissimo ci riservi sorprese. La Fiorentina contro le grandi ha sempre fatto bene. E allora ottimismo, mancano una decina di partite alla fine, meglio non essere stati costretti a cambiare, meglio aver messo qualche toppa. Poi a giugno si tirerà una riga e si deciderà a bocce ferme. Ma oggi sarebbe stato assurdo: su questo siamo d’accordo con Commisso.