Ascari a FN: “Commisso ha ancora fiducia in Palladino. Inspiegabile non schierare Pongracic, Zaniolo lo ha voluto il tecnico o Pradè? Sarri è innamorato della Fiorentina”
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La Fiorentina colleziona la terza sconfitta consecutiva, ma Palladino resta al timone della squadra. Per fare il punto della situazione, FiorentinaNews.com ha contatto in esclusiva il procuratore e operatore di mercato Eugenio Ascari.
Iniziamo ovviamente con la situazione di Palladino. Dopo la figuraccia di Verona nessuno della società è venuto a parlare, né per esonerarlo e né tantomeno per rinnovargli la fiducia. Come dobbiamo interpretare la cosa?
“Non dico che la posizione di Palladino sia ad oggi salda, ma non c’è nemmeno il rischio di esonero subito. La decisione, non dimentichiamocelo, spetta solo a Commisso dagli Stati Uniti, con cui Pradè e Ferrari devono, comunque, sempre interfacciarsi. Il Presidente sembra che abbia ancora fiducia in Palladino e poi viste le tante partite ravvicinate, tra Campionato e Conference, credo che non fosse nemmeno così semplice cambiare tecnico adesso.
Certo la Viola viene da 3 sconfitte consecutive pesanti, ha perso totalmente l’identità di gioco mostrata durante le 8 vittore di fila. C’è stato un crollo nella qualità espressa, ma anche nella carica agonistica. Al di là, infatti, dell’orrenda partita di Verona, l’approccio e la grinta profusi sono stati a livelli imbarazzanti: la squadra appare spenta anche sotto il profilo psicologico ed emozionale. E questo è dovuto anche al fatto che, a parte Cataldi, vedo una carenza di leader carismatici nel gruppo gigliato”.
L’impressione è che nello spogliatoio non siano tutte rose e fiori. Un esempio? Pongracic escluso misteriosamente dopo l’intervista sulle problematiche di gioco. Nella partita di Verona, anche quando è uscito Ranieri per precauzione, a causa di un problema all’occhio, gli è stato preferito Pablo Marì che era fermo ai box da diverso tempo. Come mai secondo lei?
“Si tratta di un’esclusione imprevista, visto che non sussistevano né motivazioni tecniche, né tantomeno fisiche. Il centrale croato è stato fermo tanto tempo e ciò ha ritardato il suo ingresso in squadra ed il suo ambientamento, ma una volta superati i guai fisici deve giocare. La decisione di non schierarlo è del tutto sorprendente e non riesco a darmene una spiegazione”.
Pensa che Palladino abbia compreso che il 4-2-3-1 debba essere superato, viste le caratteristiche dei nuovi giocatori (che vanno impiegati nei ruoli a loro più congeniali). E poi, oltre al cambio di modulo, come pensa si debba gestire la mancanza di un vice Kean?
“Inizio da Kean. Si è fatta una scelta precisa, quella di non prevedere una riserva per lui nel caso si infortunasse, venisse squalificato, e nemmeno si è acquistato un calciatore simile per poterci giocare insieme in certi momenti delle gare. L’unico che lo poteva sostituire era Kouamé (impiegato da prima punta anche domenica in avvio di Empoli-Atalanta) ed è stato ceduto senza che venisse sostituito. È stato preso invece Zaniolo, ed io mi chiedo allora se sia stata una precisa richiesta del tecnico o invece un desiderata della dirigenza, in particolare di Pradè, che stima tantissimo il calciatore ex Roma ed Atalanta.
Sul modulo dico questo: Palladino non era partito con il 4-2-3-1, ci è passato quando ha visto che c’erano diversi esterni in rosa, ma questo modulo non va più bene oggi. Perché? Ikoné, Kouamé e Sottil sono stati ceduti e Colpani è infortunato. Deve assolutamente cambiare, penso che ormai dopo Verona lo abbia capito anche lui”.
Qualora, e ci auguriamo tutti di no, la situazione precipitasse nel prossimo futuro, chi potrebbe sostituire Palladino nell’immediato?
“Anch’io mi auguro assolutamente che ciò non avvenga e sarebbe ingeneroso fare un discorso del genere, ma visto che me lo chiede i nomi sono quelli di Sarri, Tudor ed Aquilani. Il primo non ama assolutamente prendere le squadre in corsa, ma il desiderio di allenare la Fiorentina potrebbe fare comunque la differenza”.
Vista la nuova classifica da una parte, con la Fiorentina raggiunta e superata da diverse compagini, e gli infortuni dall’altra che non permettono più un turnover nel reparto avanzato, immagina che la Viola faccia d’ora in avanti una scelta, almeno inconscia, tra il Campionato e la Conference League?
“La Conference deve essere assolutamente il primo obiettivo, specie dopo le due finali perse. Ma nulla è compromesso anche in Campionato, anche se ora arrivano le partite difficili. Sulla carta Como, Verona e Lecce dovevano costituire un viatico semplice per arrivare a fare fino a 9 punti, invece per ora siamo a 0 dopo le prime due gare. E, poi, dalla trasferta di Napoli inizierà un ciclo difficilissimo, nella quale la Viola dovrà per forza cambiare marcia ed atteggiamento per non uscirne con le ossa rotte”.