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Bartlomiej Dragowski è sicuramente una delle note liete di questa stagione della Fiorentina. Dopo un'estate tormentata, con qualche scaramuccia e un possibile trasferimento in Inghilterra, il polacco è rimasto a difendere i pali viola. Con tanti dubbi da parte della tifoseria, ancora delusa dalla scoraggiante parentesi Lafont. Dragowski invece si è presentato con sei mesi di alta qualità ad Empoli nel curriculum, e con tanta pressione sulle spalle. Perché a Firenze, da qualche anno a questa parte, mancava un portiere degno di tale nome. Dopo una partenza difficoltosa, con prestazioni rivedibili contro Napoli e Genoa, Dragowski ha cominciato a guadagnare terreno. Parate importanti, punti in classifica con sopra la sua firma. Un solo difetto, le conclusioni rasoterra dalla distanza, sul quale ogni giorno lavora con il suo preparatore Rosalen Lopez. Per il resto grande sicurezza nelle uscite alte, e dei riflessi fuori dal comune. Sono quelle le parate preferite di Dragowski: il colpo di testa di Lukaku, quello di Tonelli, la deviazione sotto porta di Higuain. E poi una buona propensione sui tiri dal dischetto, occasione nel quale ha già ipnotizzato Caicedo e l'infallibile Criscito, per un totale di due rigori parati su cinque fronteggiati. Con il campionato fermo e giunti ormai alla 26esima giornata, fare un resoconto sul valore di Dragowski è senz'altro possibile nonché doveroso. Prestazioni ottime, il ritorno finalmente a quei miracoli che non si vedevano dai tempi di Frey, e una sfrontatezza che ai tifosi fa sempre piacere vedere. Barba da hipster, sguardo cattivo, nessuna paura di rischiare: è l'identikit del portiere della Fiorentina, per quest'anno e quelli che verranno. Perché che Dragowski rimanga a Firenze a lungo, con quel contratto che scade nel 2023, è quasi una sicurezza. Proprio come lui quando indossa i guantoni e difende la porta viola.

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